Grandi numeri per la sesta edizione del Lecco Film Fest: oltre 5.000 presenze totali
Il bilancio finale conferma la crescita e la vitalità del Lecco Film Fest, che riesce a coniugare qualità artistica, impegno sociale e dialogo culturale, proponendosi come appuntamento imperdibile per la città e il territorio.

Grandi numeri per la sesta edizione del Lecco Film Fest, stimati in tempo di bilanci: oltre 5.000 presenze totali di pubblico, 4 giorni, 22 eventi, 11 proiezioni (di cui 1 anteprima nazionale), 25 ospiti e giornalisti, 2 percorsi formativi (Nuovi Talenti Lab e Opera Prima). Oltre alla presenza fisica, grazie ai social media ufficiali del festival e al grande coinvolgimento degli ospiti i contenuti del festival sono stati visti più di un milione di volte.
Grandi numeri per la sesta edizione del Lecco Film Fest: oltre 5.000 presenze totali
Si tratta di numeri che dimostrano che il festival promosso da Confindustria Lecco e Sondrio e organizzato da Fondazione Ente dello Spettacolo si è ormai imposto nel panorama nazionale per la sua rilevanza.
Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, ha affermato: «Desideriamo esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno fattivamente contribuito al grande successo del Lecco Film Fest 2025: gli sponsor, che sono stati molto generosi e hanno continuato a credere in questa bellissima kermesse, i partner, le istituzioni, e naturalmente la Fondazione Ente dello Spettacolo, che ha accolto con entusiasmo la proposta di organizzare questa sesta edizione di Lecco Film Fest, costruendo un'edizione non solo bella ma anche di grande caratura. Un ringraziamento speciale e particolarmente sentito va ai volontari: il loro contributo è davvero prezioso e la loro presenza ormai iconica caratterizza ed arricchisce il festival. Lo abbiamo detto più volte: offrire al territorio un festival di cinema e cultura significa creare uno spazio di bellezza, di confronto e di riflessione. Crediamo che ciò sia avvenuto anche in questi giorni, grazie ai numerosi temi affrontati, sia attraverso i film, sia attraverso i dialoghi con tutte le protagoniste ed i protagonisti del festival. Ognuno di noi, ne siamo certi, si è portato via qualcosa: uno spunto, una riflessione, un pensiero. Abbiamo toccato molti temi, incluso quello del lavoro – e ricordiamo che il cinema è anche lavoro, creatività, filiera produttiva che genera lavoro e occupazione. In particolare, è emerso con forza il valore della dignità del lavoro. Ci teniamo a ribadire, anche in questo contesto, che non esiste una gerarchia tra i lavori: non ci sono mestieri con meno dignità di altri. È un concetto a mio avviso profondamente giusto, fondamentale, non adeguatamente sostenuto, che merita di essere rafforzato e diffuso. Non è solo una verità profonda, un principio di rispetto e convivenza civile, ma anche una chiave per guardare al futuro con più consapevolezza, energia, speranza e desiderio di mettersi in gioco. Ed è proprio questa voglia di mettersi in gioco, soprattutto nel mondo del lavoro, che ci auguriamo possa animare sempre più giovani. Per il futuro, una certezza e un auspicio: la certezza della costruzione, fin d'ora, di una settima edizione ancora più bella, ricca, e di richiamo, e l'auspicio che il Lecco Film Fest possa entrare appieno nelle dinamiche della nostra città»
«I complimenti per l’ottima riuscita della sesta edizione del Lecco Film Fest – ha sottolineato mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo – vanno fatti alla città e al territorio che si è reso protagonista dell’iniziativa. È il territorio che vuole e sostiene la manifestazione e domanda a Confindustria Lecco e Sondrio e a Fondazione Ente dello Spettacolo di realizzarla. Si tratta di un’autentica esperienza di condivisione. I momenti di dialogo con figure di primo piano del cinema, della cultura, dei media e dello spettacolo hanno offerto ai partecipanti la possibilità di riflettere sul nostro presente, sulle vicende personali, sul senso dell’esistenza e sull’orientamento che sta prendendo la società in cui viviamo. È questo il segreto che differenzia il Lecco Film Fest dagli altri migliaia di festival che esistono in Italia: la possibilità di un arricchimento reciproco. Questo è stato evidente oltre che nelle proiezioni cinematografiche nei dibattiti pubblici con gli ospiti di questa edizione. Il Lecco Film Fest è più di un evento cinematografico. In questa settimana, i protagonisti del cinema e della cultura che sono intervenuti non sono stati semplici volti noti da esibire, ma persone che hanno scelto di condividere con il pubblico qualcosa di sé. Ed è sempre sorprendente constatare come molti, in questo contesto, arrivino a confidare esperienze intime, dettagli profondi delle loro vite, quasi come se si sentissero in famiglia, in una comunità in cui entrano a fare parte. La memoria di questi tempi si costruisce infatti solo insieme, nel dialogo e nell’ascolto reciproco, dentro relazioni vere».
«A festival concluso – ha dichiarato Angela D’Arrigo, curatrice del Lecco Film Fest – possiamo dire che il titolo scelto – Questi tempi memorabili – si è rivelato sorprendentemente aderente a quanto vissuto: con ciascun ospite abbiamo condiviso momenti unici, irripetibili. Penso alla performance di Boosta, certo, ma anche – e soprattutto – al racconto che ogni protagonista ha saputo offrire di sé e del proprio lavoro. Ognuno ha contribuito a rendere davvero memorabili queste giornate. Le donne forse non salveranno il cinema, perché non credo che il cinema italiano abbia bisogno di essere salvato. Ma di certo lo stanno trasformando, e in meglio. Dalle riflessioni intime di Nicoletta Romanoff e Barbara Chichiarelli agli aneddoti di Ottavia Piccolo, dalla lucidità di Laura Luchetti all’entusiasmo di Rossella Inglese e Giorgia Faraoni, dalla determinazione di Federica Luna Vincenti alla passione di Marta Donzelli, le quattro giornate del festival hanno raccolto un repertorio di voci libere, forti, capaci di affermare nuovi sguardi e nuove forme di professionalità. In questo senso, il Premio Lucia, assegnato a quattro figure significative del panorama contemporaneo, è stato in perfetta sintonia con il cuore di questa edizione. Uno dei momenti per me più intensi è stato il seminario dedicato alla critica giovane. In un programma ricco di incontri con grandi nomi del cinema italiano, è stato bello che la Rivista del Cinematografo – la più longeva in Italia – abbia voluto accendere un riflettore sul futuro della professione critica, sulle difficoltà e la precarietà che molti giovani attraversano oggi. È un gesto di responsabilità, che merita attenzione e continuità. Le voci dei grandi maestri – come Silvio Soldini, Mario Martone e Vittorio Storaro – sono state preziose e illuminanti, ma mai distanti dallo spirito del festival. Un festival che continua a mantenere al centro il dialogo, l’incontro, la contaminazione tra generazioni e tra sguardi diversi. È questa impostazione che rende il programma così ricco e capace di arricchire ogni singolo evento. Il Lecco Film Fest si compone di tante cose: gli incontri in piazza, certo, ma anche le proiezioni, i percorsi formativi, le attività per i giovani, le collaborazioni con enti e associazioni. Tenere insieme tutto questo a volte è complicato, ma sempre entusiasmante. Ed è proprio questa molteplicità di anime a definire l’identità del festival. Infine, un grazie di cuore va a tutti i volontari, e a tutte le persone, istituzioni, aziende – che sono fatte di persone – che rendono possibile questo evento. Non solo con il loro supporto concreto, ma anche con uno stile e uno spirito che segnano profondamente l’atmosfera del festival: disponibilità, collaborazione, apertura. È questo clima di collegialità, di entusiasmo condiviso, che ogni ospite avverte e porta con sé. Lo staff del festival è eccezionale, una macchina organizzativa preparata e solida, ma senza l’intervento della comunità locale, tutto questo non sarebbe possibile. Il Lecco Film Fest è, prima di tutto, una festa della comunità. E, sì, Flavia e Giuseppe, anche quest’anno l’ho fatto solo per voi».
La sesta edizione del Lecco Film Fest, svoltasi dal 3 al 6 luglio 2025, ha trasformato la città in un vivace centro culturale, dove cinema, letteratura e musica si sono intrecciati per quattro giorni di grande partecipazione. Il festival ha mantenuto il suo spirito originario: riflettere sui cambiamenti sociali e culturali attraverso il linguaggio del cinema e dell’arte, valorizzando le voci femminili nel mondo dello spettacolo.
Il ricco programma ha reso Lecco un palcoscenico diffuso e, fin dalla prima giornata, è stata registrata una grandissima partecipazione: il pubblico è accorso per Ottavia Piccolo, una delle attrici più raffinate e versatili del cinema italiano, per Federica Luna Vincenti, attrice e produttrice teatrale e cinematografica, ma anche cantante e compositrice, per il regista Silvio Soldini con il suo ultimo film Le assaggiatrici, proiettato in una Piazza Garibaldi che ha registrato un sold out con oltre 500 spettatori.
Durante la seconda giornata ancora ogni evento ha registrato il tutto esaurito, confermando l’interesse da parte del pubblico. Il pienone è stato dovuto dalla presenza di ospiti come Mario Martone che ha presentato il suo ultimo lungometraggio, Fuori, insieme alla sceneggiatrice Ippolita Di Majo. E poi la regista Laura Luchetti che ha offerto uno sguardo sincero sul ruolo delle donne dietro la macchina da presa, ricevendo il primo Premio Lucia, riconoscimento simbolo del Lecco Film Fest, dedicato al talento e all'impegno femminile nel mondo del cinema. Ancora sul femminile, anche Andrea Pallaoro: il regista che si è raccontato attraverso i suoi film, Medeas, Hannah, Monica, che indagano proprio con straordinaria lucidità il femminile, lo spazio, l’abbandono, restituendo corpi e silenzi come paesaggi emotivi.
Un incontro intenso e profondamente umano, ha visto protagonisti il regista Mattia Colombo e Cristina Cattaneo, direttrice del LABANOF, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense. I due ospiti hanno accompagnato la proiezione del documentario Sconosciuti puri – di Mattia Colombo e Valentina Cicogna – un lavoro nato dall’esperienza diretta della dottoressa Cattaneo e del suo team, che usano questa espressione per indicare, nel linguaggio quotidiano della sala autopsie, quei corpi o frammenti umani che vengono ritrovati senza poter essere identificati subito.
Il terzo giorno ha ampliato l’offerta con eventi che hanno messo in dialogo cinema, musica e letteratura. Tra i nomi più attesi, Nicoletta Romanoff, attrice di grande intensità, che ha condiviso la sua esperienza sul set ma soprattutto si è svelata al pubblico in una veste nuova, quella di autrice del libro Come il tralcio alla vite.
Davide “Boosta” Di Leo, musicista e fondatore dei Subsonica, ha dato voce a riflessioni sul rapporto tra musica e immagine, in un incontro che ha sottolineato l’importanza della contaminazione tra le arti.
Durante la terza giornata, ha trovato spazio uno degli appuntamenti più intensi del programma: la proiezione in anteprima di Figli di Haiti, docufilm firmato da Alessandro Galassi e prodotto con il sostegno di Avvenire. Un’opera breve ma densa, che evita le scorciatoie del sensazionalismo per restituire con profondità la realtà complessa di Haiti, con un taglio intimista e personale. La serata è proseguita con la consegna del Premio Lucia a quattro donne eccezionali: Barbara Chichiarelli, Rossella Inglese, Giorgia Faraoni e Marta Donzelli, riconoscimenti a cui il pubblico ha risposto con grande calore.
Il Lecco Film Fest si è concluso il 6 luglio con una giornata dedicata a riflessioni sul ruolo della critica cinematografica, con un laboratorio per giovani critici a cura della Rivista del Cinematografo e una conversazione con il direttore Antonio Monda. Il pubblico ha salutato con entusiasmo anche l’incontro con il maestro della fotografia Vittorio Storaro, che ha condiviso la sua visione artistica e la sua lunga esperienza nel cinema internazionale.
Il bilancio finale, dunque, conferma la crescita e la vitalità del Lecco Film Fest, che riesce a coniugare qualità artistica, impegno sociale e dialogo culturale, proponendosi come appuntamento imperdibile per la città e il territorio.