Wunderkammer: nel reparto oncologia del Manzoni le pareti si rivestono di parole e di bellezza
Il progetto nato dall'idea di Giuseppe Villa che ha coinvolto medici, infermieri, operatori sanitari e pazienti

"Quando qualcuno entra nel reparto di oncologia si aspetta di trovare l'Inferno dantesco, e invece qui è tutto il contrario", le parole del dottor Antonio Ardizzoia, capo dipartimento del reparto di oncologia dell'ospedale Manzoni di Lecco, esprimono bene l'intento con il quale è stata allestita una "wunderkammer" (in italiano, "camera delle meraviglie"), progetto nato da un'idea del creativo lecchese Giuseppe Villa, con il supporto di Elena Rusconi, del dottor Ardizzoia e dello staff medico-infermieristico del reparto di oncologia. Un progetto corale, che ha coinvolto gran parte degli operatori sanitari, medici, infermieri, psicologi e, naturalmente, gli stessi pazienti. Un progetto volto a restituire un orizzonte di senso e di bellezza a chi attraversa la fatica della malattia.
Wunderkammer: nel reparto oncologia del Manzoni le pareti si rivestono di parole e di bellezza
L'iniziativa nasce da una libera raccolta di parole che raccontano il quotidiano del reparto; circa 150 quelle che sono state raccolte inizialmente, dalle quali poi ne sono state selezionate dodici: le più ricorrenti, le più significative e le più adatte. Alcune esprimono emozioni positive, altre invece negative: tutte però hanno trovato spazio sulle pareti, dove tra l'altro non sono state posizionate in modo casuale; ogni parola è stata infatti posizionata ad hoc, ad esempio la parola "tempo" nella sala d'attesa, dove i pazienti attendono di essere chiamati per sottoporsi alla chemioterapia. Queste le dodici parole che hanno trovato spazio sulle pareti: cammino, attesa, rabbia, incontro, tempo, ascolto, smarrimento, fatica, abbraccio, sorriso, gentilezza e fiducia. Andando oltre al significato letterale delle parole, per ognuna di esse un variegato gruppo di lavoro composto da operatori sanitari del reparto e da pazienti ha cercato immagini, oggetti, canzoni, poesie, metafore, che potessero raccontare i concetti espressi.
Come spiegato da Villa nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi, giovedì 10 luglio 2025, l'idea è nata proprio con l'intento di rendere i corridoi luoghi dove fosse possibile trovare bellezza, nonostante la malattia. "Le pareti sono diventate così raccolte di oggetti e di immagini, finestre che si aprono su possibili interpretazioni, dove non esiste una sola chiave di lettura. Sulle pareti si trovano anche modi di dire, spesso in dialetto, per conferire quel tocco di ironia tra le righe necessaria per offrire un sorriso anche quando la parete racconta di fatiche e di dolori. Le parole sono inoltre collegate da un filo che rappresenta il legame intessuto profondamente nel vissuto del reparto".

"Circa due anni fa, quando stavamo ridipingendo le pareti del reparto grazie ai fondi di Prima Linea Onlus, è nata l'idea di personalizzare le pareti - ha aggiunto Elena Rusconi - Così abbiamo condiviso questo pensiero con Giuseppe e abbiamo quindi steso il progetto".
"Essere malati presuppone diversi aspetti e queste parole lo rappresentano - ha concluso il direttore generale Marco Trivelli - E' necessaria una cura della persona nella sua interezza, e mi sembra che ci sia una corrispondenza tra le parole alle pareti e quello che rappresenta il vostro gruppo di professionisti. Questa iniziativa mi lascia soddisfatto e confortato".
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