Un’altra serata da montagne russe per la Juventus, che conferma la sua recente attitudine a soffrire fino all’ultimo minuto. E se i tifosi fanno fatica a reggere certe emozioni, non va meglio a chi sta in panchina. Igor Tudor lo dice con un sorriso ma neanche troppo: “Basta con queste partite…”, è il primo commento che gli scappa nel post gara, a microfoni spenti ma catturato lo stesso. Poi chiarisce: “L’ho detto scherzando ma è vero: se continuiamo così non si finisce più”.
Parole che raccontano bene la tensione di una serata complicata, segnata dalla stanchezza accumulata appena tre giorni prima nella sfida contro l’Inter. “Stasera abbiamo avuto difficoltà. Tre giorni dopo l’Inter la fatica si è fatta sentire e nel secondo tempo siamo andati in difficoltà. Abbiamo avuto cuore e un’ottima panchina. Questo è un bel segnale, loro hanno individualità importanti, noi abbiamo avuto qualche problema di gamba, però davanti quando attacchiamo siamo pericolosi. Dietro abbiamo concesso gol troppo facilmente. Dovevamo evitarli. Eravamo troppo bassi e abbiamo concesso gol che non dovevamo prendere. Ma sono felice: in queste circostanze non potevamo fare meglio. Accettiamo questo punto, perché dopo il 2-4 sembrano tre. Faccio i complimenti ai ragazzi”.
C’è soddisfazione, dunque, per un pareggio che alla fine sa quasi di vittoria, almeno per come si era messa la partita. Una rimonta costruita nel finale, grazie all’orgoglio ma anche a un assetto che ha saputo cambiare in corsa. E su questo Tudor è molto chiaro: le rotazioni, in un calcio che richiede sempre di più in termini fisici, non sono più un’alternativa, ma una necessità.
“Ormai con 5 cambi e tutte queste partite non ci sono titolari. Lo ribadisco sempre ai ragazzi. Non è un modo di dire: le partite si decidono nel finale e servono energie. Il problema è che c’è stata quella partita sabato e oggi è martedì: non c’è stato tempo per recuperare, Kenan era alla fine era stravolto… Le scelte con i 5 cambi sono diventate importanti: a volte si indovinano a volte no. Questa sera è andata bene”.
Un pareggio, quindi, che fa morale e che salva una serata complicata. La Juventus si conferma squadra viva, capace di reagire alle difficoltà e di non mollare, anche quando la fatica si fa sentire. Ma resta la consapevolezza che qualcosa, soprattutto dietro, andrà registrato per evitare che ogni partita diventi un esercizio di sopravvivenza.