Bergamo (BG)

Si sapeva che sarebbe stata durissima, ma si può perdere 4-0 facendo più di due tiri in porta…

Come nei peggiori incubi, l'Atalanta a Parigi è stata demolita dai campioni d'Europa, dominatori in lungo e in largo

Si sapeva che sarebbe stata durissima, ma si può perdere 4-0 facendo più di due tiri in porta…

di Xavier Jacobelli

Come nei peggiori incubi, l’Atalanta a Parigi è stata demolita dai campioni d’Europa, dominatori in lungo e in largo, impietosi nel maramaldeggiare contro avversari scesi in campo paralizzati dalla paura di perdere che li ha fregati sin dall’inizio.

Marquinhos, Kvaratskhelia, Mendes e Ramos: quattro gol sul groppone, una resa incondizionata. Juric era al debutto in Champions League: non lo dimenticherà facilmente. Sia chiaro: presentarsi davanti a Luis Enrique senza Ederson e Scamacca, non dimenticando Lookman, chiamatosi fuori anche dal torneo più importante che ogni giocatore sogna di vivere, significa partire a handicap contro lo squadrone che gioca a memoria e si candida a rivincere il titolo. Tuttavia, l’Atalanta ha peccato di eccesso di prudenza, ha adottato una tattica rinunciataria.

Nella tana dei campioni d’Europa, bisognava presentarsi armati di coraggio e determinazione, grinta, persino spregiudicatezza. Invece, Juric ha rinunciato in partenza alla punta centrale (ma perché un combattente come Krstovic in panchina?). Non pago, ha lasciato fuori pure Zalewski e Scalvini, fra i migliori in campo contro il Lecce. Scelte infelici che hanno svilito i protagonisti del 4-1 ai salentini. Di più. Juric ha schierato l’inconsistente Maldini (suo il marchiano errore da cui è scaturito il gol di Marquinhos) e ha mandato allo sbaraglio il ventunenne Bernasconi.

Pessimo il segnale lanciato alla squadra che, se non avesse avuto il formidabile Carnesecchi nel primo, tremendo quarto d’ora, avrebbe chiuso il primo tempo sotto di almeno 6 gol, anziché due, contando anche il rigore parato a Barcola e il gol annullato a quest’ultimo per fuorigioco. Contro una Dea intimorita e confusa, il Psg è andato a nozze. La squadra di Luis Enrique è una corazzata anche quando non può schierare Dembélé e Doué, figurarsi se trova un’Atalanta che si fa piccola piccola davanti al gigante parigino. La rete dell’imprendibile Nuno Mendes al 5′ della ripresa ha praticamente chiuso la pratica, sigillata dal quarto gol preso nel finale sul retropassaggio suicida di Bellanova.

All’intervallo, Juric aveva tolto Maldini e De Ketelaere, inserendo Krstovic e Samardzic. Guarda caso, il primo, vero tiro nello specchio della porta l’ha scagliato proprio il montenegrino, ma all’ora di gioco. Si sapeva che l’ostacolo Psg sarebbe stato proibitivo e che terribilmente arduo sarebbe stato affrontare al Parco dei Principi i campioni d’Europa il cui gioco è di primissima qualità. Ma, vivaddio, si può incassare anche un 4-0, facendo almeno più di due tiri in porta. O no? Per sovrammercato, al Parco dei Principi la Dea ha pure perso per infortunio De Ketelaere e Scalvini. Quando si dice un mercoledì nero.