Quaranta giorni e dieci partite. Il prossimo mese e mezzo dirà alla Roma quali saranno le sue ambizioni da qui a fine stagione e il tour de force partirà da Cagliari dove la squadra di Gasperini riprenderà la corsa alla vetta, fermatasi domenica scorsa contro il Napoli. Il primo posto è comunque a un punto e nonostante una settimana difficile sotto il profilo di acciacchi e influenze, il messaggio che il tecnico della Roma lancia è chiaro: “Di questo gruppo mi fido”. Perché se Dybala e Baldanzi hanno dovuto combattere con l’influenza di stagione, ci sono poi Koné, El Aynaoui e Wesley alle prese con qualche acciacco di troppo che li ha fatti allenare a corrente alterne. “Proverò comunque a portare tutti – dice Gasperini che è invece costretto a rinunciare a Wesley -. Ma delle valutazioni andranno fatte perché ora avremo tre partite in sette giorni”.
Ma nonostante una squadra incerottata, l’ex Atalanta è certo: “La forza di questa Roma è il gruppo che ha una mentalità straordinaria”. Per questo a chi gli chiede se la rosa sia pronta ad affrontare tre competizioni per arrivare fino in fondo in tutte risponde così: “Numericamente è completa e sufficiente, poi anche chi ha giocato meno come Ghilardi, Ziolkowski e Pisilli ha dato buone risposte e avrà il suo spazio”. Da capire, però, quale sarà la soluzione che adotterà con il Cagliari perché se porta e difesa sono certi, da decidere c’è chi sarà al fianco di Cristante e sulla fascia sinistra al posto di Wesley. Quest’ultimo, probabilmente, sarà sostituito da Tsimikas, perché Angelino, seppur convocato, rientra dopo due e mesi e mezzo.
Poi c’è il nodo centravanti con tre giocatori in lizza per una maglia. Da Dybala a Baldanzi, passando per Ferguson, sono loro a giocarsi il ruolo di attaccante davanti a Soulé e Pellegrini. E proprio dalla crescita del reparto offensivo, passerà il miglioramento della Roma. Non a caso Gasperini, fino a questo momento, ha potuto contare pochissimo sui propri centravanti. “Da Dovbyk a Bailey, passando per Ferguson e Dybala, dobbiamo averli con più continuità – spiega -. Con loro che stanno bene abbiamo ulteriori margini per fare meglio”. E i risultati, secondo il tecnico giallorosso, si sono visti quando già il solo Dybala ha giocato 4-5 gare di fila prima dello stop con il Milan. “Paulo è un giocatore forte e il suo unico problema è che stia bene – conclude -. Se è in forma i risultati si vedono”. Ma anche senza Paulo la Roma ha fatto bene, perché se oggi è a un passo dalla vetta lo deve ai suoi “highlander”, così li ha chiamati Gasperini. Parliamo dei vari Svilar, Mancini, Hermoso, Ndicka, Celik, Wesley, Koné, Cristante, Pellegrini e Soulè. Un blocco sul quale per l’allenatore ha costruito i successi di questa prima parte di stagione.