L’Atalanta vince poco. Solo quattro successi in quindici giornate di campionato fiaccano una classifica condizionata dal filotto di pareggi inanellato da Juric. Nota positiva, le sole quattro sconfitte (di cui tre proprio brutte da vedere e commentare, ovvero Udine, Sassuolo e Verona), che sono le stesse del Bologna, dell’Inter e del Napoli.
Ora che la Dea pare aver ritrovato la via della continuità in termini di successo (o almeno questa è la speranza), si capisce come anche i passi falsi vadano “gestiti”, in qualche modo. Soprattutto in quelle occasioni in cui meriteresti di vincere.
Quando Palladino parla di «filotti», si riferisce proprio a questo. Gioco, stato di forma, avversario e tutto il resto sono un contorno importante, ma non decisivo quanto l’ottenere un risultato pieno. Anche se il valore della squadra rivale si alza, come sarà nelle prossime settimane contro Inter (28 dicembre), Roma (3 gennaio) e Bologna (7 gennaio), bisogna puntare alla vittoria, senza pensare a gestire la situazione e il risultato.
Numeri alla mano, è ragionevole pensare che sia necessario arrivare almeno a 16-18 successi in campionato per andare in Europa. Una quota importante, che i nerazzurri sono molto lontani dal raggiungere attualmente. Non si tratta però di una missione impossibile. È chiaro che adesso bisogna cambiare marcia, o quantomeno tenere inserita quella innescata da Palladino (cinque successi in sette partite, considerando tutte le competizioni), ma è evidente che è arrivato il momento di dare qualcosa in più.