Una serata in perfetto stile Champions, riservata a cuori forti, chiusa con lo stesso risultato della “magica notte Chelsea” e un finale rocambolesco che ha di nuovo messo a dura prova la resistenza degli spalti della New Balance Arena.
Se gli uomini in campo, nel 2-1 al Cagliari, ci hanno messo intensità e il pubblico cuore e fiato infiniti, Raffaele Palladino ha aggiunto senza alcun dubbio una buona dose di coraggio quando con gli ultimi cambi si è giocato il finale con un fronte avanzato che schierava, tutti insieme, Zalewski, Lookman, Scamacca, De Ketelaere e Samardzic e una difesa con de Roon, Ahanor centrale e Kolasinac per la prima volta dopo mesi in campo 90′.
Dopo il vantaggio poteva essere una partita in discesa?
«È stata una partita difficile – spiega il mister ai microfoni di Sky -, contro una buona squadra di gamba e di ripartenza. Abbiamo giocato un grande primo tempo, senza concedere nulla al Cagliari. Peccato non realizzare il raddoppio sfruttando le molte occasioni. Il calo nella ripresa ci può stare. Sull’1-1 a dieci minuti dalla fine potevamo crollare e invece abbiamo avuto un’ulteriore e decisiva reazione».
È il primo passo per la risalita?
«Vincere aiuta a vincere. Creare entusiasmo e stimolare al massimo i nostri tifosi resta fondamentale. Ora perdiamo Lookman e Kossounou per la Coppa d’Africa, ma anche Dijmsiti per l’infortunio (risentimento muscolare al flessore destro per lui, ndr). Sarà importante concentrarsi e la settimana “libera” dopo tante partite consecutive arriva in un momento davvero cruciale».
È entrato definitivamente nella testa dei giocatori?
«Io devo inculcare ai ragazzi che nei momenti difficili bisogna andare ancora più forti e avere coraggio. Me l’hanno dimostrato rimontando il Chelsea e anche riprendendosi la vittoria col Cagliari. Scamacca, non lo sapete, aveva 38 di febbre, ma ha detto di sentirsi in grado di giocare. Anche questo è un elemento significativo».