di Fabio Gennari
Considerando tutto ciò che è stato fatto, i soldi spesi e i titolari partiti (solo uno), la valutazione del mercato dell’Atalanta è complessivamente positiva: vale un 7 in pagella.
Certo, molto dipenderà da come Lookman tornerà in campo, ma è già una notizia importante che la società orobica abbia tenuto una posizione ferrea sulla questione e il ragazzo sia rimasto a Bergamo: l’Atalanta, solo l’Atalanta decide se e quando un giocatore va ceduto. Soprattutto a chi e a quanto. Detto questo, analizzando la rosa reparto per reparto, ci sono doppie soluzioni praticamente in ognuno, con pure un giocatore in più (almeno) in avanti.
Tante soluzioni in attacco
Tra i titolari è partito Retegui (25 gol l’anno scorso, traguardo più unico che raro nella sua carriera) e la Dea ha inserito Krstovic dal Lecce, con Scamacca a completare la coppia di centravanti: i numeri del campo li vedremo, ma intanto siamo a due elementi contro l’uno della passata stagione. Non è la stessa cosa. La rosa degli attaccanti ha doppio centravanti, doppio attaccante di destra (De Ketelaere e Samardzic) e addirittura triplo attaccante di sinistra (oltre a Maldini e K. Sulemana, Lookman): rispetto alla squadra che ha finito lo scorso campionato ci sono due soluzioni in più.
Gruppo completo e forte
Scorrendo il resto della rosa, Musah entra ed esce Ibrahim Sulemana, che è andato in prestito oneroso con diritto al Bologna. Al posto di Toloi (svincolato) ora c’è Ahanor, con la conferma di Kossounou (acquistato) e Kolasinac che tornerà a ottobre. Sulle fasce è uscito Ruggeri ed è arrivato Zalewski, mentre Pasalic e Brescianini sono rimasti. Sostanza e duttilità al servizio del gruppo. Complessivamente sette acquisti – di cui sei a titolo definitivo -, investimenti che hanno superato gli incassi e una rosa che paradossalmente mette ancora più pressione al tecnico Juric: un gruppo così forte e completo non l’ha mai avuto.
Niente acuti, ma innesti giusti
Nelle settimane che hanno animato il mercato, però, non è andato tutto liscio. Nei giorni del “balletto” tra Arokodare, Muniz e Mateta c’è stata la sensazione che stesse passando troppo tempo, ma alla fine i conti si fanno negli ultimi dieci giorni di mercato. E il problema centravanti, alla fine, la Dea lo ha sistemato. Va anche detto che, guai a dimenticarlo, l’Atalanta partiva da una rosa che è arrivata terza e con un mister che, almeno a livello di impostazione base, gioca con la difesa a tre e tre attaccanti. Quindi il mercato è stato portato avanti di conseguenza, senza nomi di grandissimo rilievo ma con tanta sostanza al servizio del gruppo.