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Mancini: “La Champions è il nostro obiettivo, ce lo meritiamo”

Il difensore giallorosso si racconta: la crescita con Ranieri e De Rossi, il ritorno in Nazionale e la sfida con Lautaro.

Mancini: “La Champions è il nostro obiettivo, ce lo meritiamo”

Gianluca Mancini è l’anima della nuova Roma di Gian Piero Gasperini, l’uomo su cui l’allenatore ha deciso di ricostruire una difesa da record. Un legame che affonda le radici a Bergamo, dove i due si erano già incrociati e dove il tecnico aveva intuito le potenzialità di un difensore destinato a imporsi. Ora, sette anni dopo il suo arrivo nella Capitale, Mancini è diventato un punto di riferimento assoluto, dentro e fuori dal campo.

Arrivare in Champions è il nostro obiettivo — spiega il centrale giallorosso —. Negli ultimi due anni ci siamo andati vicini, ma penso che questa squadra lo meriti. Abbiamo fatto grandi percorsi in Europa League, raggiungendo una finale e una semifinale, e anche i nostri tifosi meritano di vivere certe notti”.

La Roma è partita forte, con una classifica che la vede in vetta alla Serie A, e Mancini respinge con forza le etichette di fortuna: “Non siamo stati solo fortunati, le vittorie ce le siamo sudate. Se le cose vanno bene, c’è sempre un motivo. Gasperini ha portato idee e carattere, la sua carica è la stessa di sempre. Non siamo ancora una grande squadra, ma le sensazioni sono molto positive”.

Ora, però, arriva il primo vero esame: sabato all’Olimpico c’è l’Inter. “È una sfida tosta, loro insieme al Napoli sono la squadra più forte del campionato. Dobbiamo affrontarli a viso aperto. Con Lautaro sono sempre duelli intensi, ma leali: è un campione, uno dei migliori al mondo”.

L’inizio di stagione del difensore è stato impreziosito dal gol in Nazionale contro Israele, un momento speciale: “Bellissima emozione, ho pensato al bambino che sognava di vestire l’azzurro. Anche se in quel momento contava solo vincere”.

Il ritorno in azzurro è coinciso con la gestione Gattuso, ma Mancini tiene a chiarire: “Non ho mai avuto problemi con Spalletti. Gli allenatori fanno scelte, ci sta. Se vengo chiamato corro, se resto a casa tifo. Con Gattuso c’è subito stata la sensazione di non poter sbagliare, ci trasmette voglia e unità“.

E oggi, a 28 anni, si sente più maturo, anche dal punto di vista caratteriale: “Prima pensavo a troppe cose e mi toglievo energie. Ranieri mi fece riflettere, mi disse che da avversario mi odiava. De Rossi mi spiegò che così perdevo lucidità. Mi hanno aiutato tanto. Ora sono sempre competitivo, ma gestisco meglio le emozioni”.

Un Mancini leader, cresciuto nella testa prima ancora che nei piedi. Gasperini se lo gode, la Roma si affida al suo carisma, e la Champions torna a essere un sogno concreto.