Inzaghi-Inter, sarà addio? Oggi l'incontro decisivo
Simone Inzaghi potrebbe lasciare l'Inter. In settimana l'incontro che scioglierà ogni riserva con il presidente Marotta

Simone Inzaghi resterà all'Inter anche nella prossima stagione? Il presente si è chiuso tra i fischi e le perplessità, il futuro si apre tra le incognite. Dopo la pesante disfatta contro il Paris Saint-Germain, in casa Inter il tempo delle domande è appena iniziato. Il primo a porsene è Simone Inzaghi, rimasto vago nel post partita, con la sala stampa gremita ad attendere risposte: “Se andrò negli Stati Uniti? Ora non so rispondere a questa domanda”. Una risposta che pesa, soprattutto se letta accanto alle parole pronunciate poco prima dall’amministratore delegato Beppe Marotta: “Le nostre valutazioni su Inzaghi non cambiano. Una serata negativa non cancella il resto”.
Il crollo europeo ha aperto un bivio. La sconfitta con il PSG ha avuto il sapore di una disfatta storica, quasi epocale: una sorta di Teutoburgo nerazzurra, o forse una Waterloo pallonara, che lascia Inzaghi a fare i conti con le cicatrici di cinque gol e un futuro da riscrivere. Sul piatto, due strade molto diverse: da una parte, l’allettante offerta dell’Al Hilal saudita, pronto a garantirgli un contratto da capogiro; dall’altra, la possibilità di restare alla guida dell’Inter, forte di un contratto fino al 2026 da 6,5 milioni più bonus.
La dirigenza, stando alle dichiarazioni ufficiali, non ha ancora voltato pagina. Marotta ha lasciato intendere la volontà di un confronto per discutere i prossimi passi. Ma l’impressione è che tutto dipenderà dalla volontà del tecnico piacentino, affascinato dalle sirene arabe ma ancora legato al progetto nerazzurro.
Nel frattempo, il mercato si muove. Lo ha confermato lo stesso Inzaghi: “La società ha già preso due giocatori - Sucic e Luis Henrique - e sa che dovrà farne altri. Sono sempre stati con noi”. Parole che rivelano consapevolezza e urgenza: quella di ringiovanire un gruppo che, nella passata Champions, ha avuto l’età media più alta del torneo. Undici giocatori sopra i trent’anni, tra cui due in scadenza – Correa e Arnautovic – e colonne come Acerbi, De Vrij, Darmian e Mkhitaryan ormai verso la fase calante della carriera.
La rifondazione è iniziata. I primi due innesti, Petar Sucic – mezzala dai piedi educati – e Luis Henrique, esterno a tutta fascia, debutteranno con ogni probabilità al prossimo Mondiale per Club. La domanda, però, resta in sospeso: chi sarà a guidarli? La panchina nerazzurra, almeno per ora, resta una delle grandi incognite dell’estate.