Vimercate (MB)

Diego Pensalfini secondo a Magione

“L’avvocato volante” è protagonista di una strepitosa rimonta che lo porta a tagliare il traguardo in seconda posizione dietro a Marco Guidarini

Diego Pensalfini secondo a Magione

La penultima prova del Campionato Italiano Velocità Classic si è svolta a Magione, sull’Autodromo Nazionale dell’Umbria intitolato a Mario Borzacchini (noto pilota automobilistico del periodo tra le due guerre): è il classico circuito “salotto” lungo 2.507 metri che ospita spesso gare di trofei minori. Al via c’era anche Diego Pensalfini del club vimercatese Mc7 Corse.

Diego Pensalfini secondo a Magione

Il distacco di Pensalfini dal capoclassifica D’Amico era di venti punti e lasciava solo una soluzione per tentare di vincere il trofeo, stare davanti al suo avversario sperando in qualche evento favorevole. Più a portata di mano l’obiettivo podio, con i tre pretendenti racchiusi in quattro punti.

Le prove ufficiali concluse con l’undicesimo tempo e partenza dalla quarta fila non promettevano una gara facile al pilota di MC7 Corse, ma le competizioni finiscono solo sotto la bandiera a scacchi.

E infatti i colpi di scena non sono mancati: dopo soli due giri Marco Leardini, uno dei pretendenti al podio, cade costringendo la Direzione Gara a esporre la bandiera rossa. Per il pilota caduto solo una frattura della clavicola. Nuovo start con la gara ridotta a 12 giri e questa volta a cadere è il capoclassifica Marco D’Amico che riesce a ripartire ma dà l’addio ad ogni speranza di vittoria: nel frattempo “l’avvocato volante” è protagonista di una strepitosa rimonta che lo porta a tagliare il traguardo in seconda posizione dietro a Marco Guidarini, staccato di poco più di un secondo.

La classifica generale vede ancora in testa D’Amico con 17 punti di vantaggio su Diego Pensalfini, quindi tutto è rimandato alla gara di Misano Adriatico del 5 ottobre anche se al capoclassifica basterebbe un buon piazzamento. Il secondo posto però appare praticamente messo al sicuro con la caduta di Leardini e l’assenza di Parravano.