Milano (MI)

Da Fifa in streaming alla vittoria (reale) del campionato con la sua Zeta Milano: l’intervista a Antonio Pellegrino, in arte ZW Jackson

Da creatore di contenuti su FIFA a gestire una vera società fatta di uomini, di emozioni, di vita vera: l'avventura sportiva del presidente di Zeta Milano

Da Fifa in streaming alla vittoria (reale) del campionato con la sua Zeta Milano: l’intervista a Antonio Pellegrino, in arte ZW Jackson
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Il sogno di ogni bambino - che ama il calcio - è quello di fare il calciatore. Solo una piccolissima percentuale di persone ci riesce e agli altri rimangono poche opzioni: fare il tifoso, giocare per passione, qualche videogioco manageriale o ancora Fifa. Milioni di videogiocatori ogni anno imprimono i propri polpastrelli sui Joypad per dribblare gli avversari e segnare un gol.

Da Fifa in streaming alla vittoria del campionato con la sua Zeta Milano

MILANO - È quello per cui è diventato famoso Antonio Pellegrino, in arte ZW Jackson. Content Creator con più di un milione di iscritti, è passato dal mostrare i propri risultati nella carriera di Fifa a riprendere, day by day, i suoi progressi come calciatore di Terza Categoria.

Poi un infortunio lo ha tenuto lontano dai campi e in quel momento ha deciso di creare un progetto da presidente, nella quale poteva conciliare la passione per il calcio vero a quella dei giochi manageriali.

Zeta Milano: un progetto di successo

Ed è così che nasce la Zeta Milano. Sul canale della squadra trovate il calciomercato, video  spensierati, partite di Coppa Lombardia. Ma non sarebbe stato un progetto di successo senza i risultati: la Zeta Milano ha vinto il suo girone di Terza Categoria con 86 punti, 28 vittorie e 2 pareggi, 144 gol realizzati e solo 23 subiti. Inoltre, riempiendo sempre lo stadio Scirea di Buccinasco, è riuscita a vincere anche la Coppa Lombardia.

Una stagione indimenticabile che ha coinvolto personaggi importanti, sia in campo che fuori, a partire da Jeda (ex giocatore di Serie A), il telecronista Massimo Callegari e le comparse VIP come Alessandro Cattelan. Tutto questo è stata Zeta Milano alla sua prima stagione. Una stagione profittevole anche dal punto di vista economico (con guadagni che si aggirano intorno ai 150mila euro), ma soprattutto mediatico e sportivo.

L’intervista a Antonio Pellegrino, in arte ZW Jackson

Abbiamo raggiunto il presidente del mondo Zeta, Antonio Pellegrino aka ZW Jackson.

Il mondo Zeta è solo all’inizio ma è già un’esperienza di successo che anche altre realtà hanno provato a emulare. Come ti spieghi questo successo e quando è nato questo sogno di diventare presidente?

Il mondo Zeta arriva da un percorso di anni. Ho unito le mie due passioni, il calcio giocato e la carriera di allenatore su Fifa. Piano piano ho acquisito delle competenze utili a far partire il progetto, ma diventare presidente non è stato da subito un sogno, ma una conseguenza. Nel senso che il mio infortunio mi ha costretto a cercare altre opzioni e da quel momento ho deciso di buttarmi in questo progetto.

Da creatore di contenuti su FIFA a gestire una vera società fatta di uomini, di emozioni, di vita vera. Qual è stato l’aspetto più complicato della gestione?

L’aspetto più complicato è la parte organizzativa. Devi essere un amico, un fratello, a volte devi essere un mediatore, altre ancora devi essere una figura autoritaria. Ci sono tante persone da indirizzare non solo come calciatore, ma anche come influencer, che è quello che ci differenzia dagli altri. Ognuno deve prendere una strada e io provo a essere d’aiuto. Io nell’ultimo periodo sto vivendo esclusivamente in funzione della Zeta Milano.

Avete passato un anno a Buccinasco e adesso siete passati a Trezzano sul Naviglio. Come mai?

Ci siamo spostati da Buccinasco a Trezzano sul Naviglio unicamente perché nella prossima stagione potremo creare la nostra Juniores (Zeta Future). Avremo gli spazi giusti per dare vita alla nostra squadra giovanile. L’obiettivo nei prossimi anni è di creare tutto un settore giovanile e di realizzare il nostro centro sportivo. Così potremo creare tutte le squadre del settore giovanile e la squadra femminile. Ovviamente sarà qualcosa che avverrà per gradi. Ogni stagione vorremmo aggiungere un tassello al settore giovanile. Mi sono trovato bene a Buccinasco, ma Trezzano sarà anche più comodo per trasporti pubblici e uscita dalla tangenziale.

Prossimi step, come abbiamo visto, juniores (la vostra cantera) e la “Zeta Napoli”. Sono già delle realtà. Tra cinque anni, nel 2030, in quante città vuoi portare la società?

Zeta Future è il primo tassello. Ogni anno una nuova squadra del settore giovanile e, come detto, occhi puntati sul calcio femminile. Abbiamo già lanciato la seconda squadra Zeta in un’altra città d’Italia, la Zeta Napoli. Lo abbiamo annunciato qualche giorno fa e ci aspettiamo possa andare anche meglio del progetto creato a Milano. L’obiettivo è di espanderci anche il prossimo anno in Italia e dal quarto anno provare a portare il progetto Zeta all’estero.

È uscito di scena un uomo fondamentale come Inzerauto. A che punto siete con il mercato per la seconda categoria? La squadra è stata creata per fare salti di categoria ogni stagione fino a dove? Promozione? Eccellenza?

La scelta di Inzerauto dispiace. L’ho accolto io personalmente e gli sono stato dietro sia a livello calcistico che personale. Non me l’aspettavo e gli auguro il meglio. Però, la squadra prima di tutto, i singoli vengono dopo. Il mercato è già partito e ci saranno diversi innesti. Alcuni sono già stati contrattualizzati, altri invece ci mostreranno sul campo le loro qualità. L’obiettivo è quello di salire ogni anno, poi è difficile sapere quando saremo costretti a fermarci nella categoria perché nel calcio non si vince né con i nomi, né con i numeri. L’obiettivo della Zeta è mostrare che per salire, oltre alle qualità, serve fatica e sacrificio. Altrimenti avrei comprato la categoria, ma non voglio farlo.

Dovessi scegliere un solo uomo simbolo di questo anno zero della Zeta Milano chi sceglieresti?

Assolutamente Jeda. Il Capitano incarna tutti i valori della società Zeta. È un giocatore che a quasi 50 anni si è messo in gioco, da ex giocatore di Serie A, sempre presente in allenamento, mai una parola fuori posto, umile, lavoratore che pensa solo ai fatti. È un esempio per tutti. Il primo a lottare e a volere il massimo dai compagni.

Dovesse arrivare una proposta per esportare la Zeta all’estero, in quale Paese ti piacerebbe andare?

Inghilterra, Spagna, Francia. Riuscire a portare la Zeta in uno di questi paesi sarebbe molto bello e importante, ma non sarà facile. Il nostro messaggio deve passare ovunque. Non vogliamo solo creare delle squadre, ma anche delle società “scout” che remano tutte verso lo stesso obiettivo, lo stesso sogno, arrivare in Serie A.

Dovessero arrivare arabi, cinesi o americani - ovviamente stiamo giocando con la fantasia - per quale cifra venderesti questo progetto?

Ho già rifiutato quest’anno una proposta di acquisizione del 10%. Al momento è una cosa che non prendo in considerazione. Il mio obiettivo è quello di strutturare questo progetto che in questo momento, secondo me, non è nemmeno al 15%. Attualmente non è in programma la cessione di quote. Ovviamente, un domani, dovremo essere aperti alla cessione di quote perché per arrivare a certi livelli nel professionismo serve investire quantità economiche di cui oggi non disponiamo e dovremo pensare di aprire a dei fondi d'investimento o aprire un azionariato popolare, dove saranno i tifosi stessi a sovvenzionare la società. Comunque siamo lontanissimi da quel giorno, ma, se quel giorno arriverà, io mi terrò almeno l’1% della società perché questo progetto lo sento come fosse mio figlio.

Ultima cosa, il pubblico continua a crescere soprattutto grazie a te e anche agli ospiti che sei riuscito a portare, ma in tanti si sono lamentati del costo spropositato del vostro merch che ha allontanato molti ragazzi. Come mai questa scelta?

Per fornire prodotti di qualità il prezzo sale. Il materiale tecnico è alto e i costi di produzione e gestione sono alti, abbiamo deciso di fornire un merchandising di livello e i tifosi ci hanno sostenuto con più di 1000 magliette vendute tra il nostro store online e lo store fisico in Piazza Duomo presso il negozio Football Team.

Fabio Fagnani