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Chivu: “Il derby è stato ingiusto, ma siamo vivi e pronti a rialzarci”

Il tecnico nerazzurro è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Atletico Madrid-Inter (domani, ore 21). Ecco le sue dichiarazioni.

Chivu: “Il derby è stato ingiusto, ma siamo vivi e pronti a rialzarci”

Cristian Chivu è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Atletico Madrid-Inter (domani, ore 21). Ecco le sue dichiarazioni.

Che sentimento c’è post derby?

“Il bello del calcio è che dopo una sconfitta hai sempre la possibilità di prenderti una rivincita, di far vedere che alcune volte il risultato è ingiusto. Abbiamo messo maturità, concentrazione, qualità, ci è mancato forse un pizzico di lucidità sotto porta. Siamo riusciti a togliere al Milan i loro punti forti al 99%, è bastato quell’1% che speriamo di riempire nei prossimi impegni. Domani è un’altra competizione, sappiamo quanto sia difficile affrontare l’Atletico: vogliamo dimostrare cosa siamo”.

Per abitudine guardo il bicchiere mezzo pieno. Parto da lì, aggiungo cose. Non è la metà del bicchiere, si è già riempito: siamo a trequarti. Poi se vogliamo analizzare una sconfitta o una vittoria, dobbiamo parlare un po’ di più. Mi prendo la maturità, l’atteggiamento, la qualità e la voglia di non subire più di tanto ed essere propositivi. La nostra crescita da questo punto di vista è evidente. Ci manca qualcosa, negli scontri diretti abbiamo raccolto un po’ poco, ma sono fiducioso. Vedo la voglia di invertire questo trend”.

Come sta Thuram?

“Oggi si è allenato, ha dato intensità. Dobbiamo prestare attenzione ai rientri dagli infortuni, ma ha avuto a disposizione quasi tre settimane prima del derby. Ha lavorato bene, col Milan ha fatto bene per 90’ a parte gli ultimi 5’. E’ sempre stato in partita, con la voglia di ribaltare il risultato. Domani si vedrà, avremo un altro giorno a disposizione. Valuteremo e prenderemo la decisione di cosa fare con Thuram”.

Cosa accomuna le sconfitte?

“Non sono tutte uguali. Abbiamo sempre avuto positività, controllo della palla, ma in altre partite come con Juve, Napoli e Roma abbiamo concesso di più. Dal punto di vista dell’attenzione abbiamo fatto una gara solida col Milan, non gli abbiamo dato la possibilità di esprimersi al meglio. Mi fa riflettere. Le sconfitte non sono uguali: abbiamo aggiunto qualcosina in più. Non è bastato, dobbiamo cercare dove aggiungere ancora qualcosina per buttare giù il tabù negli scontri diretti. Lavoriamo per questo, la squadra è viva e ha voglia di tornare ad alti livelli. Ha voglia di far fatica ed esprimere al meglio le sue qualità”.

Come vedi Simeone? Ti stimola questo confronto?

“Non mi sento né meglio, né peggio di loro. Mi sento come loro, una persona con una certa esperienza nel calcio. Lui è da 14 anni in questa società, ma io non mi sento migliore o peggiore di lui”.

Questo è uno scontro diretto? Può dare un segnale?

“E’ una partita importante di Champions, competizione in cui veniamo da quattro vittorie. Qualcuno dice che abbiamo vinto partite facili, ma in Champion non è mai facile. Domani non sarà facile, ma non lo è stato neanche nelle prime quattro”.

Cosa pensi dell’Atletico Madrid?

“E’ una squadra che ha dovere e qualità necessaria per arrivare più lontano possibile”.

Cosa hai detto alla squadra per evitare la frustrazione?

“Che bisogna continuare a lavorare. Barella ha detto una cosa interessante: meglio essere preso a pallonate e perdere 3-0 che perdere una partita come la nostra. Non so se ha ragione, perché io da allenatore devo vedere anche la parte buona. Devo gestire il momento abbastanza bene, ma loro sono maturi e in grado di capire che prestazione hanno fatto contro il Milan. Ci è mancato qualcosa, forse avevamo bisogno di un po’ di fortuna. Io non ne parlo spesso, ma la fortuna in questo gioco è importante”.

Simeone?

“Non l’ho mai affrontato, ma conosco la sua carriera e cosa ha fatto per la nazionale argentina e in Italia. L’ho affrontato quando allenava il Catania, lo ammiravo e lo guardavo: mi è sempre piaciuto. Da allenatore ha trasmesso le idee sue fin dall’inizio, 14 anni in una società non sono pochi. In Libia l’ho salutato prima della gara, mi ha detto delle belle parole. E’ più navigato, è più esperto. Io ho ancora i capelli neri, ma non per molto. Mi auguro di fare una carriera altrettanto importante come la sua”.