Il progetto era chiaro, almeno fino a poche settimane fa: esibizione a Seul insieme a Jannik Sinner, quindi rotta su Melbourne per inseguire l’Australian Open. Ma il 2026 di Carlos Alcaraz si aprirà con una svolta inattesa. Il campione spagnolo volerà in Australia con un nuovo staff, perché il lungo sodalizio con Juan Carlos Ferrero si è interrotto bruscamente, proprio quando sembrava destinato a durare ancora a lungo. L’annuncio ufficiale, arrivato come un fulmine in piena off-season, è il punto d’arrivo di fratture silenziose maturate lontano dai riflettori.
Contratti, libertà e “vita privata”: le crepe mai sanate
Alla base della rottura c’è innanzitutto la trattativa per il futuro. Secondo indiscrezioni provenienti dalla Spagna, l’addio si è consumato durante la rinegoziazione del contratto del coach in vista del 2026. Un confronto che doveva essere una formalità si è trasformato in un muro contro muro: il disaccordo economico ha fatto emergere tensioni più profonde, legate alla gestione quotidiana del talento murciano.
Al centro della discussione, la richiesta di maggiore autonomia da parte del numero uno spagnolo: meno vincoli sulle vacanze, libertà di allenarsi a Murcia e non esclusivamente nell’accademia di Villena, e una diversa gestione dei tempi extra-campo. Una visione che si è scontrata con l’approccio rigoroso, quasi ascetico, di Ferrero, da sempre fautore di una disciplina totale.
La svolta tecnica e l’ombra di Sinner
Non solo contratti e stile di vita. La separazione ha anche una forte valenza sportiva. Alcaraz avrebbe avvertito il rischio di una stagnazione tecnica, nonostante i successi ottenuti con il coach che lo aveva preso a 15 anni e accompagnato fino alla vetta del tennis mondiale. In questo scenario pesa anche il confronto con Sinner, sempre più aggressivo nella sua crescita e deciso a dettare il ritmo del circuito.
La scelta di Carlos ricorda da vicino quella dell’azzurro, che lasciò Piatti per affidarsi a Vagnozzi e Cahill, trovando una nuova dimensione. Una decisione “alla Sinner”, dunque, per cercare nuove idee, nuove voci e nuovi strumenti con cui restare competitivo ai massimi livelli.
Il commiato di Ferrero: orgoglio e rimpianto
Dai messaggi d’addio traspare una realtà chiara: la decisione non è stata davvero condivisa. Se Alcaraz ha parlato di una scelta “presa insieme”, le parole di Ferrero raccontano un’altra storia. “Chiudo con nostalgia ma anche con orgoglio. Avrei voluto continuare”, ha scritto l’ex coach, lasciando emergere l’amarezza di chi ha visto chiudersi un capitolo fondamentale della propria carriera.
Dopo sette anni di trionfi, il rapporto maestro-allievo si è spezzato nel momento in cui il ragazzo ha sentito il bisogno di diventare definitivamente uomo, in campo e fuori. Ora per Carlos Alcaraz inizia una nuova fase: diversa, rischiosa, ma forse necessaria per restare al vertice del tennis mondiale.