Nuovo sciopero, vecchio tormentone. La Cgil annuncia una giornata di protesta per venerdì 12 dicembre 2025 e Giorgia Meloni e Matteo Salvini tornano all’attacco:
“Sempre di venerdì. Landini la smetta di pensare a fare il weekend lungo”.
Ma davvero gli scioperi vengono indetti (quasi) sempre di venerdì per fare il “ponte”?
Sciopero di venerdì: perché questo giorno
Chiunque utilizzi i mezzi pubblici o si prepari a partire per il weekend ha notato una curiosa costante: molti scioperi vengono proclamati di venerdì.
Dai treni agli aerei, dai bus alle scuole, il venerdì è diventato il giorno “caldo” delle mobilitazioni sindacali. Ridurre il tutto alla volontà di fare il weekend lungo è un po’ semplicistico. La risposta è un mix di strategie sindacali, logiche mediatiche e scelte pratiche dei lavoratori.
Una scelta strategica per massimizzare l’impatto
Innanzitutto, il venerdì è una giornata ad alta intensità produttiva e di traffico.
Nei trasporti, ad esempio, si concentrano spostamenti di pendolari e partenze per il weekend. In queste condizioni, uno sciopero blocca una parte significativa dell’economia e dell’opinione pubblica, creando un effetto immediato di pressione sulle istituzioni e sulle aziende.
Secondo dati riportati da Sky TG24 e Corriere della Sera, il venerdì risulta il giorno più scelto per gli scioperi nazionali nel settore dei trasporti, con una frequenza nettamente superiore rispetto a martedì o mercoledì.
Negli ultimi anni, il venerdì è stato il giorno scelto in oltre un terzo delle mobilitazioni nazionali, secondo i prospetti ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il fattore mediatico: quando lo sciopero “fa notizia”
Un altro elemento chiave è la visibilità mediatica. I disagi del venerdì entrano nei notiziari serali e nei portali d’informazione proprio nel momento di massimo consumo di notizie online: la vigilia del weekend.
La protesta ottiene così una risonanza più ampia e rimane sui giornali anche il sabato, aumentando la percezione di urgenza della vertenza.
Gli aspetti pratici per i lavoratori
Dal punto di vista dei lavoratori, scioperare di venerdì ha un costo economico leggermente più sostenibile: si perde un solo giorno di paga ma si ottiene, di fatto, un fine settimana lungo.
Questo elemento, spesso oggetto di critiche, non è necessariamente segno di opportunismo: per molti lavoratori rappresenta un modo per rendere sostenibile la partecipazione allo sciopero, specialmente in tempi di inflazione e salari bassi.
La risposta dei sindacati
I sindacati, da sempre, respingono le accuse di voler “regalare un weekend lungo”.
Come dichiarano spesso i portavoce di Cgil, Cisl e Uil, la scelta del venerdì risponde a criteri di efficacia e non di comodità.
“Uno sciopero serve a far sentire la voce dei lavoratori. Se cade in un giorno poco visibile, perde gran parte della sua funzione”, è il succo della vicenda.
Le polemiche e la percezione pubblica
Ogni sciopero di venerdì riaccende il dibattito pubblico:
- Da un lato, i cittadini che subiscono i disagi lo percepiscono come una scelta scomoda e ricorrente.
- Dall’altro, i sindacati rivendicano la necessità di azioni forti e visibili per ottenere risultati.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: il venerdì è semplicemente il giorno più efficace per farsi ascoltare, anche a costo di qualche malumore.