I negoziati per la pace in Ucraina registrano un nuovo sviluppo con il via libera di Kiev al piano di pace in 19 punti, elaborato in collaborazione con gli Stati Uniti a Ginevra. Il presidente statunitense Donald Trump ha commentato con ottimismo:
“Stiamo facendo progressi, siamo molto vicini ad un accordo“, annunciando l’invio dell’inviato speciale Steve Witkoff a Mosca per incontrare Vladimir Putin, e del segretario dell’esercito Usa, Driscoll, a Kiev.
Trump ha inoltre sottolineato:
“Non vedo l’ora di incontrare Zelensky e Putin, ma solo quando l’accordo per porre fine a questa guerra sarà definitivo o nelle fasi finali”, in risposta alla disponibilità del presidente ucraino a incontrarlo quanto prima.

Riguardo al coinvolgimento europeo nel processo di pace, il presidente americano ha dichiarato:
“L‘Europa sarà largamente coinvolta nelle garanzie di sicurezza“, precisando poi che “non c’è alcuna deadline per raggiungere un accordo” e che “i russi stanno facendo concessioni per arrivare alla fine del conflitto”.
Tuttavia, da Mosca non emergono segnali di ottimismo. La Russia prosegue le operazioni militari in Ucraina e resta prudente nei confronti del piano:
“Gli europei si intromettono in tutte queste questioni, cosa del tutto inutile, a mio avviso”, ha affermato Yuri Ushakov, consigliere presidenziale per la politica estera, ribadendo che diversi punti del piano Trump richiedono ancora una “seria discussione tra gli esperti”.
Mosca: prudenza e scetticismo
Ushakov ha spiegato che Mosca ha ricevuto solo in via non ufficiale “diverse versioni” del piano, “alcune delle quali possono anche confondere”, e che i dettagli non sono stati discussi nei colloqui di Abu Dhabi. Riguardo ai contatti con gli Stati Uniti, il consigliere russo ha precisato:
“Parlo spesso con Witkoff. Tuttavia, non commento il contenuto delle conversazioni”.
Secondo Ushakov, la diffusione di trascrizioni delle conversazioni sarebbe un tentativo di ostacolare il miglioramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti:
“Qualcuno divulga informazioni, ma non siamo noi”.
La posizione europea
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha riaffermato la centralità della partecipazione europea nei negoziati:
“Nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina, nulla sull’Europa senza l’Europa, nulla sulla Nato, senza la Nato”. Von der Leyen ha sottolineato l’urgenza di tutelare la vita dei civili: “Ci sono migliaia di madri e padri che aspettano i loro figli: l’Europa farà di tutto perché ciò accada”.
With the work done in Geneva as Europeans, and with Ukraine and the US, we now have a starting point.
I will outline some of the core priorities of Europe going forward ↓ https://t.co/NbTv2lIkTI
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 26, 2025
Commentando il piano di pace, la presidente europea ha dichiarato:
“Accogliamo con favore gli sforzi guidati dal Presidente Trump. Dopo mesi di discussioni, è importante che sia iniziato il lavoro su un testo vero e proprio. Naturalmente, sappiamo tutti che sono necessari ulteriori sforzi. Ma credo che, grazie al lavoro svolto da Ucraina, Stati Uniti e noi europei negli ultimi giorni a Ginevra, ora abbiamo un punto di partenza“.
Von der Leyen ha poi rimarcato la continuità della politica russa:
“Il copione della Russia non è cambiato fin dall’inizio. La Russia ha sempre creduto di poter sopravvivere all’Ucraina, all’Europa e a tutti i suoi alleati, ed è per questo che, ogni volta che si registrano progressi significativi nei negoziati che possono portare a una vera pace, la violenza aumenta. Lo abbiamo già visto”.
Riguardo agli obiettivi di sicurezza, la presidente ha sottolineato:
“La prima priorità è che qualsiasi accordo garantisca una pace giusta e duratura e garantisca una reale sicurezza per l’Ucraina e l’Europa. In quanto nazione sovrana, non possono esserci limitazioni alle forze armate ucraine che renderebbero il Paese vulnerabile a futuri attacchi. E questo riguarda tanto la deterrenza quanto la sicurezza dell’Europa, perché la sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europa. L’Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza solide, a lungo termine e credibili, come parte di un pacchetto più ampio per dissuadere e scoraggiare eventuali futuri attacchi da parte della Russia. Ed è altrettanto chiaro che qualsiasi accordo di pace deve garantire che la sicurezza europea sia garantita a lungo termine”.
E tuona:
“Dobbiamo essere chiari sul fatto che non può esserci una spartizione unilaterale di una nazione europea sovrana e che i confini non possono essere modificati con la forza. Se oggi legittimiamo e formalizziamo l’indebolimento dei confini, apriamo le porte a nuove guerre domani, e non possiamo permettere che ciò accada. Legittimare nuovi confini apre la porta a nuove guerre”.
Il piano di pace: evoluzione e punti chiave
Il piano di pace proposto da Donald Trump per l’Ucraina ha subito diverse modifiche, passando da 28 a 19 punti sulla base dei rilievi europei. La prima versione del piano, più favorevole a Mosca, traeva “ispirazione” da una proposta russa presentata all’amministrazione Trump lo scorso ottobre.
Ora, come sottolinea Ushakov, “alcuni aspetti” del testo “possono essere considerati positivamente, ma molti richiedono una seria discussione tra gli esperti”.
Mosca ha ricevuto solo in via non ufficiale “diverse versioni” del piano, “alcune delle quali possono anche confondere”. Le robuste concessioni iniziali alla Russia, come il controllo del Donbass (Donetsk e Lugansk) o il congelamento della sovranità su Kherson e Zaporizhzhia, sono state eliminate. La controproposta europea prevede comunque che Kiev “si impegna a non recuperare il proprio territorio sovrano occupato con mezzi militari”.

Sul tema delle garanzie di sicurezza, il piano di Trump era generico. Ora, Mosca e Kiev cercano maggiore chiarezza, con discussioni in corso anche sulla possibilità di una forza multinazionale di pace sul terreno (“boots on the ground”). Più stabile invece la questione delle forze armate ucraine: il limite di 800mila unità non sembra creare problemi a Zelensky, e l’UE non si opporrà.
Dibattuto è anche l’utilizzo dei beni russi congelati: il piano iniziale prevedeva l’impiego parziale degli asset di Mosca e 100 miliardi da parte dell’UE, con metà dei profitti della ricostruzione ucraina destinati agli Stati Uniti. Bruxelles vuole assicurarsi che “chi ha causato danni, paghi”.
Infine, sul futuro delle relazioni internazionali, il piano originario di Trump prevedeva il reintegro di Mosca nel G8, l’ingresso di Kiev nell’UE e l’esclusione dell’Ucraina dalla NATO. Le contro-bozze europee rendono questi scenari più sfumati, mantenendo aperta la porta dell’UE per Kiev e teoricamente anche quella della NATO.
Aggiornamenti dall’Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che Kiev e Washington stanno perfezionando un documento “che potrebbe costituire la base per accordi di sicurezza più ampi”.
Tuttavia, mentre prosegue il lavoro diplomatico, continuano gli attacchi militari: droni russi hanno colpito Zaporizhzhia causando almeno 12 feriti e danni a edifici residenziali.