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Trieste italiana, Mattarella sui 50 anni dal Trattato di Osimo: “Segno concreto di libertà, uguaglianza e democrazia”

Mattarella ha evidenziato il valore di riconciliazione insito nel trattato, che trasformò "quelle aree, nel giro di pochi anni, da pagina dolorosa a confine il più aperto d’Europa"

Trieste italiana, Mattarella sui 50 anni dal Trattato di Osimo: “Segno concreto di libertà, uguaglianza e democrazia”

Nel cinquantesimo anniversario del Trattato di Osimo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato con una dichiarazione ufficiale il valore storico e politico di quell’accordo che, il 10 novembre 1975, pose fine alla cosiddetta “questione adriatica” e sancì definitivamente l’appartenenza di Trieste all’Italia.

Mattarella: “Da pagina dolorosa a confine più aperto d’Europa”

“Ricorre il cinquantesimo anniversario del Trattato di Osimo, firmato, sullo slancio dello spirito della Conferenza di Helsinki, per comporre in modo positivo la tormentata ‘questione adriatica’”, ha affermato Mattarella, sottolineando come l’intesa abbia consentito di “chiudere in quelle aree uno dei passaggi più amari della recente storia italiana“.

Il Capo dello Stato ha ricordato che l’accordo tra Italia e Jugoslavia portò “alla definitiva attribuzione, con certezza giuridica, di Trieste alla Repubblica Italiana” e alla risoluzione delle divergenze sui confini, “ingrata eredità della guerra fascista che aveva comportato la perdita di territori uniti all’Italia al termine della Prima Guerra Mondiale e con il Trattato di Rapallo del novembre 1920“.

Mattarella ha evidenziato il valore di riconciliazione insito nel trattato, che trasformò “quelle aree, nel giro di pochi anni, da pagina dolorosa a confine il più aperto d’Europa e, da luogo di aspra contrapposizione, a luogo di cooperazione“, processo poi consolidato “dalla comune appartenenza con Slovenia e Croazia all’Unione Europea“.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna del Premio Burgio
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Il percorso di riconciliazione e ampia collaborazione con quei Paesi – ha aggiunto il Presidente – costituisce un esempio nella comunità internazionale.”

Fondamentale, secondo Mattarella, è stata anche “la cooperazione transfrontaliera” e “il riconoscimento del ruolo e della promozione delle rispettive minoranze linguistiche“, elementi che hanno contribuito a “bonificare i lacerti di odio giacenti” e a “promuovere benessere e stabilità per le rispettive comunità“.

Il Trattato di Osimo, ha ricordato il Capo dello Stato, è divenuto “segno concreto, in questo nostro continente, di affermazione dei principi di libertà, uguaglianza, democrazia e rispetto dello Stato di diritto“.

Mattarella ha infine rivolto uno sguardo al futuro dei Balcani, sottolineando che “l’apporto italiano a fare dei Balcani una terra di pace rappresenta un impulso affinché si superino le contrapposizioni e le tensioni tuttora presenti nell’area“, e che “l’orizzonte di pace e prosperità sarà rafforzato dal ricongiungimento dei Paesi balcanici, con Italia, Slovenia e Croazia, alla piattaforma di valori dell’Unione Europea“.