Dopo tre anni e passa alla guida del Paese, il Governo Meloni continua a incassare la fiducia degli italiani. E’ il dato principale che emerge dall’ultimo sondaggio dell’anno di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera.
Il gradimento per l’Esecutivo di Centrodestra rimane stabile, mentre diminuisce – seppur di poco – la fiducia nelle opposizioni.
La fiducia nel Governo Meloni
Il Governo guidato da Giorgia Meloni è il terzo più longevo dell’Italia repubblicana, superato solo dai governi Berlusconi II (2001-2005) e Berlusconi IV (2008-2011). Ma nonostante un fisiologico senso di “stanchezza” degli italiani e qualche crepa interna (soprattutto negli ultimi tempi, sui temi legati alla Manovra), la fiducia regge. L’indice di gradimento si attesta al 42%, sostanzialmente stabile rispetto a un anno fa, anche se inferiore ai picchi iniziali di insediamento.

All’interno della coalizione, Fratelli d’Italia cresce lievemente al 28,4%, consolidando il consenso già ottenuto nelle elezioni precedenti. Continua invece la “sfida” tra Forza Italia e Lega per il secondo gradino del podio. L’ultima rilevazione vede il controsorpasso degli azzurri sul Carroccio, 8,3 contro 8,1%,
Il gradimento di Giorgia Meloni
Anche il consenso personale della premier segue una dinamica simile. Oggi Meloni raccoglie un 43% di gradimento, con una lieve crescita nell’ultimo anno ma un calo significativo rispetto all’avvio del mandato (-15 punti). Le perdite più marcate si registrano nei ceti popolari, tra operai e lavoratori del Mezzogiorno, dove le aspettative elettorali di politiche radicali si sono scontrate con vincoli di bilancio e realpolitik internazionale.

Sul fronte internazionale, invece, Meloni appare rafforzata: il ruolo dell’Italia nei negoziati europei, soprattutto sul sostegno all’Ucraina, viene riconosciuto anche dagli osservatori critici, consolidando l’immagine della premier come leader di rilievo europeo.
La Manovra economica e il nodo sociale
Sul piano interno, la Manovra 2025 ha suscitato giudizi contrastanti. Se da un lato è riconosciuta come un successo tecnico, grazie alla tenuta dei conti pubblici e all’uscita anticipata dall’infrazione europea per debito eccessivo, dall’altro ha deluso gran parte dell’opinione pubblica. Il senso di distanza tra promesse elettorali e realtà di governo permane soprattutto tra i ceti più fragili.
L’opposizione non cresce
L’opposizione, intanto, appare fragile e divisa, incapace di sfruttare le criticità dell’esecutivo. Il Partito Democratico di Elly Schlein arretra lievemente (-1,2% rispetto a fine 2024) attestandosi al 21,3%, mentre il Movimento 5 Stelle perde circa 2 punti rispetto alle politiche del 2022.

Intenzioni di voto e fedeltà elettorale
Il sondaggio Pagnoncelli evidenzia una forte fedeltà elettorale:
- FdI: 89,9% degli elettori confermerebbe il voto delle Europee 2024
- M5S: 91,1%
- PD: 86,3%
L’analisi dei profili socio-demografici degli elettorati invece mostra questo quadro:
- Fratelli d’Italia: trasversale, con maggiore presenza tra casalinghe, elettorato cattolico, persone meno giovani; minore consenso tra laureati e giovani.
- Partito Democratico: forte tra pensionati, ceti medio-alti, Centro-Nord; in lieve crescita tra ceti popolari.
- Movimento 5 Stelle: prevalenza tra disoccupati, persone in difficoltà economica e nel Sud; scarsa presenza tra titoli di studio elevati.
La complementarità tra elettorati Pd e M5S rende difficile la costruzione di un’alternativa al centrodestra, poiché le due basi sociali difficilmente si sovrappongono. Gli elettori M5S rimangono infatti prevalentemente antisistema, poco inclini a votare per il PD. Un dato che emerge con il calo dei pentastellati ogni volta che si presentano insieme al “campo largo”, come hanno sottolineato anche le ultime tornate di elezioni regionali.
Il nodo dell’astensionismo
Il nodo principale rimane però quello dell’astensionismo, anche questo contrassegnato dalla stabilità.

Anche tra gli astensionisti, infatti, prevale la continuità: tre su quattro dichiarano che continuerebbero a non votare. Una situazione che rende difficile l’emergere di nuove alternative politiche.
Le prospettive politiche
Il quadro politico italiano di fine 2025, dunque, mostra:
- Governo e premier mantengono un consenso elevato, anche grazie al riconoscimento internazionale.
- Opposizione fragile e divisa, con limitate possibilità di costruire alternative praticabili nel breve termine.
- Fedeltà elettorale elevata, con spazio limitato per il movimento tra gli astensionisti.
Come sintetizza il sondaggio di Pagnoncelli: “almeno per ora, non si vedono scenari diversi all’orizzonte”.