“Il caso dell’Irccs San Raffaele di Milano, ospedale privato accreditato, non è un episodio isolato. Se emergono criticità proprio in quel segmento della rete sanitaria a cui la Regione affida funzioni essenziali e destina una quota rilevante di risorse pubbliche, significa che la fragilità riguarda l’impianto complessivo del modello lombardo”. Questa la posizione della Fp Cgil Lombardia che chiede di allargare la riflessione andando oltre al singolo episodio verificatosi nel nosocomio segratese.
La crisi del sistema ospedaliero privato accreditato
Regione ha reso pubblico e privato accreditato equivalenti nelle funzioni del servizio sanitario, senza però dotarsi degli strumenti necessari per governarne la qualità, garantire organici adeguati e assicurare controlli efficaci. Quando questa responsabilità si allenta, le falle si manifestano ovunque: nel pubblico già in sofferenza e nel privato accreditato finanziato con risorse regionali
hanno proseguito dal sindacato
A questo si aggiunge un dato non secondario: il contratto della sanità privata è fermo da anni, mentre quelle stesse lavoratrici e lavoratori garantiscono attività indispensabili dentro la rete regionale. Un contratto non rinnovato rende il lavoro meno attrattivo, amplia il turnover e apre varchi che vengono colmati con appalti e cooperative. Non è un dettaglio amministrativo: è una scelta che incide direttamente sulla tenuta del sistema.
I contratti del personale nel privato
E proprio il tema della retribuzione economica, della tipologia di contratti e delle tutele dei lavoratori è stato oggetto della lotta sindacale che si sta conducendo da mesi al San Raffaele e culminata in scioperi e agitazioni per rivendicare un miglioramento delle condizioni specialmente di infermieri e personale sanitario. Una situazione che, sempre a detta dei sindacati, ha portato a una vera e propria “fuga” del personale che ha lasciato il mondo della sanità privata per accedere, tramite concorso, al pubblico, in costante ricerca di persone per rispondere alle carenze di personale ormai endemiche.
È in questo contesto che gli appalti non rappresentano una misura eccezionale, ma la conseguenza di un assetto che non assicura stabilità né nel pubblico né nel privato accreditato. Se la risposta strutturale alla carenza di personale diventa la cooperativa, la solidità del servizio sanitario regionale si indebolisce.
Il caso San Raffaele rivela un punto che la Regione non può evitare: il modello lombardo presenta criticità profonde anche nelle strutture accreditate che ricevono una parte consistente dei finanziamenti pubblici –, dichiara Sabrina Negri, segretaria Fp Cgil Lombardia –. Le falle nella qualità del personale, nell’organizzazione interna e nei controlli segnalano un problema di sistema. La Regione deve assumersi la responsabilità politica delle scelte fatte, rafforzare le verifiche su tutte le strutture accreditate e sostenere il rinnovo del contratto della sanità privata, indispensabile per garantire tenuta e continuità.
Riteniamo pertanto indispensabile che l’esternalizzazione delle attività core venga vietata anche nel settore privato accreditato, così come già stabilito per il sistema sanitario pubblico da una recente delibera della Regione Lombardia. Garantire standard qualitativi elevati implica un’organizzazione stabile, competente e pienamente integrata all’interno delle strutture – aggiunge Negri – Il diritto alla salute richiede lavoro stabile, qualità, responsabilità pubblica. Quando la Regione affida funzioni essenziali, deve garantire condizioni essenziali. Il 12 dicembre saremo in piazza allo sciopero generale Cgil anche per questo: la qualità delle cure dipende dalla qualità del lavoro e dalle scelte politiche che lo sostengono.