Imperia (IM)

Progetto recupero ex complesso Granatini: «Guerra pagata con le tasche degli altri»

"Come ogni conflitto, non sappiamo né perché è iniziato, né perché è finito all'improvviso"

Progetto recupero ex complesso Granatini: «Guerra pagata con le tasche degli altri»

Lucio Sardi, consigliere di Alleanza Verdi e Sinistra in consiglio comunale a Imperia, interviene a margine del recente annuncio sull’accordo per la riqualificazione dell’ex complesso Granatini tra l’amministrazione guidata dal sindaco Claudio Scajola e la proprietà (Caterina Garibbo Siri, nonna del consigliere PD Edoardo Verda).

 

Progetto recupero ex complesso Granatini: «Guerra pagata con le tasche degli altri»

Il progetto prevede la costruzione di 23 appartamenti (otto nell’attuale area scoperta), 30 parcheggi privati e 16 pubblici. In cambio, il comune ritirerà la procedura di esproprio attivata al culmine di un lungo braccio di ferro tra ente e proprietà. Ed è proprio la repentina marcia indietro dell’amministrazione che, con l’ironia che gli è usuale, scatena la replica di Sardi.

«In una fase in cui sul piano internazionale – scrive – ci si aggrappa alla speranza che, nonostante la presenza di certi maldestri politici, si arrivi a cessare il conflitto mediorientale e quello in Ucraina, possiamo almeno osservare la sorprendente fine della “Guerra dei Granatini”. Come in ogni guerra, il primo elemento emergente è che non si comprendono le ragioni per cui la stessa sia stata dichiarata e quelle per le quali sia terminata in modo così imprevisto, visto che ha lasciato sostanzialmente le cose come erano prima che scoppiasse. Come in ogni dopoguerra, i responsabili di averla fatta scoppiare e guidata, dimenticano di farsi carico delle perdite causate del conflitto, che in questo caso sono fortunatamente i costi per i contenziosi persi al Tar sulle ordinanze di ripristino, quelli per le pratiche e la perizia per la procedura di esproprio e quelli tecnici per realizzare il progetto dell’indispensabile parcheggio, comprensivi di video con i droni (quelli che, ricorda Sardi, produsse il consigliere Garibbo in consiglio comunale per testimoniare il degrado dell’area, nella seduta in cui si discuteva dello stanziamento per l’esproprio, ndr) , lavoro finito nel cestino come la credibilità del sindaco».

«Un prezzo che, in questa guerra fatta sulla pelle e con le tasche degli altri, pagano gli incolpevoli cittadini imperiesi e non gli amministratori che la hanno scatenata – conclude -. Cittadini che hanno semmai avuto la colpa di farsi affascinare dalla retorica della propaganda bellica ormai entrata nelle abituali forme di comunicazione dei nuovi “prepotenti” che non agiscono più sulla base del principio della responsabilità di chi svolge una funzione pubblica usando, invece, il loro ruolo come arma da brandire per godere dell’ebbrezza del potere».

 

La vicenda

Tutto nasce da un primo progetto, presentato dai privati, per la realizzazione del complesso residenziale, non adeguato agli standard urbanistici attuali, bocciato dalla Commissione paesaggio imperiese. Il comune aveva presentato due ordinanze di ripristino dell’area – alla foce del torrente Caramagna- , da tempo abbandonata al degrado, respinte entrambe dal Tar. Dunque, aveva avviato la procedura di esproprio (corrispettivo di 480mila euro) dell’ex complesso granatini per la costruzione di un parcheggio pubblico, ritenuto vitale per il tessuto cittadino. L’area destinata agli stalli avrebbe previsto 70 posti auto pubblici contro i 16 previsti dal programma attuale.