Monza si prepara a cambiare direttore generale dopo poco più di tre anni. Una scelta che ufficialmente viene raccontata come un passaggio ordinato e condiviso, ma che politicamente lascia aperti più interrogativi che certezze. A darne notizia è stato il sindaco Paolo Pilotto, annunciando che Michele Bertola, city manager del Comune dal 2022, ha deciso di lasciare l’incarico per dedicarsi a un nuovo percorso professionale, «non più alle dipendenze di un Comune ma prioritariamente dedicato all’attività formativa».
Bertola lascia l’incarico a Monza
La comunicazione è arrivata a ridosso delle festività natalizie e ha immediatamente attivato la macchina amministrativa. Il bando per individuare il successore è già stato pubblicato ieri, il 26 dicembre 2025: l’incarico sarà a tempo pieno e determinato, fino alla fine del mandato del sindaco, con avvio indicativo nella primavera del 2026. Bertola, assicura Pilotto, resterà in carica fino all’insediamento del nuovo direttore generale, così da evitare vuoti al vertice operativo dell’ente. «Il Comune di Monza non rimarrà un solo giorno privo di un Direttore Generale – ha rassicurato il sindaco – il dottor Bertola ha confermato la propria disponibilità fino all’insediamento del nuovo Direttore. Proseguiremo l’attività in corso per raggiungere gli obiettivi già fissati».
Nel suo messaggio di commiato al personale comunale, Bertola parla di una decisione maturata per ragioni personali e legate anche all’età. «Lascio il Comune di Monza per motivi strettamente personali – scrive – una realtà che mi ha profondamente coinvolto e che mi ha dato grandi soddisfazioni. Ritengo che queste siano frutto del valore professionale e dell’impegno delle persone che lavorano in Comune».
Il sindaco Pilotto invece ne ha rivendicato il contributo organizzativo, sottolineando «il balzo in avanti compiuto in termini di efficacia dei servizi resi e la capacità dimostrata nel saper gestire gli investimenti disponibili».
I dubbi sollevati dall’ex assessora
Ma fuori dalla narrazione istituzionale, la decisione solleva più di una perplessità. A dirlo apertamente è l’ex assessora Giada Turato, che punta il dito soprattutto su tempi e metodo. «La democrazia non va in vacanza», attacca, parlando di un copione già visto. Secondo Turato, anche questa scelta sarebbe stata formalizzata «in pieno Natale», dopo altri passaggi delicati collocati in periodi di scarsa attenzione pubblica. «Il messaggio sembra chiaro: agire quando l’attenzione dei cittadini è ai minimi termini, sfruttando ogni festività sul calendario per far passare sotto traccia le decisioni più delicate».
La critica entra poi nel merito. «Gestire la cosa pubblica non è un affare privato – sottolinea – i cittadini hanno diritto di sapere perché viene presa una decisione che tocca il vertice operativo della macchina amministrativa». Turato contesta anche il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale e solleva dubbi sull’opportunità di nominare un nuovo direttore generale a un solo anno dalla fine del mandato: «Si vuole chiamare un’altra figura, profumatamente pagata, che impiegherà mesi per inserirsi. Non basta cambiare i nomi se il metodo resta quello della fuga in avanti».
In dubbio il compenso del successore
Un tema, quello dei costi, che resta effettivamente aperto. Nel bando per il successore, infatti, non è indicato alcun compenso. Il trattamento economico sarà «negoziato tra le parti, assumendo come riferimento i valori della dirigenza pubblica o quelli medi di mercato per posizioni equivalenti» (si legge nella determina). Al momento, dunque, non è possibile sapere quanto guadagnerà il nuovo direttore generale né quale sarà l’impatto economico complessivo dell’operazione. Di certo, il profilo richiesto è elevato: il successore dovrà avere esperienza pluriennale come Direttore Generale di una pubblica amministrazione, preferibilmente di un ente territoriale, oltre a una rilevante esperienza nella gestione di processi di innovazione.
Il dibattito riporta inevitabilmente alla memoria il 2022, quando l’arrivo di Michele Bertola a Monza fu tutt’altro che indolore. Prima ancora di entrare in servizio, la sua nomina aveva sollevato un vero e proprio putiferio politico. Il suo nome era circolato come possibile candidato sindaco del Centrosinistra, prima del no e dell’individuazione di Paolo Pilotto, e il bando pubblicato in pieno agosto finì nel mirino delle opposizioni. A pesare furono anche la parentela con la presidente del Consiglio comunale Cherubina Bertola e il costo complessivo dell’operazione, vicino al milione di euro nell’arco del mandato. «Le cose peggiori in politica si fanno ad agosto e a dicembre, quando i cittadini sono più distratti», aveva commentato allora Paolo Piffer, mentre l’ex sindaco Dario Allevi aveva messo in discussione opportunità e trasparenza della scelta. Oggi, però, prevale il riconoscimento del lavoro di Bertola.
Il ringraziamento di Azione
Azione (che fa parte della coalizione di Centrosinistra) difende apertamente l’operato di Bertola e rivendica la bontà della decisione presa nel 2022. In una nota il partito ringrazia il direttore generale uscente per il lavoro svolto «dietro le quinte, con discrezione e competenza», indicando tre risultati chiave: il rafforzamento della struttura dirigenziale con un dirigente per ciascuno dei 14 settori, l’istituzione di ambiti strategici come la progettazione europea e l’agenda digitale e una macchina comunale «oggi più coesa, efficiente e coordinata». L’auspicio è che «il nuovo Direttore Generale possa proseguire su questi tre pilastri», accompagnando i grandi dossier aperti, dalla Metropolitana agli edifici scolastici.
Così Azione: «Manager di lunga esperienza, in questo periodo di tempo si é dedicato al potenziamento di una struttura amministrativa che oggi é più coesa, efficiente e coordinata. Dell’operato del Direttore rimarranno a nostro avviso tre aspetti fondamentali. Il primo é il modo nel quale ha ricoperto il suo ruolo, lavorando dietro le quinte con discrezione e competenza; il secondo é la forte opera di potenziamento della struttura amministrativa comunale, che oggi permette di avere un Dirigente per ognuno dei 14 settori che danno poi vita agli interventi reali in favore dei cittadini; il terzo é la capacità di individuare nuovi settori da istituire oltre a quelli già esistenti alla data del suo insediamento, come quello relativo alla progettazione europea che ha attratto diversi milioni di euro per la città e l’agenda digitale, che rappresenta una risorsa indispensabile per offrire servizi pubblici più efficienti e rapidi ai cittadini monzesi».
Cosa andrà a fare Bertola?
Se per il Comune di Monza resta il punto di domanda sul futuro, si sa invece quale sarà il domani di Bertola. Il monzese, laureato in Scienze politiche, con una lunga carriera da direttore generale in diversi enti locali e un passato recente a Bergamo, era già docente e autore di pubblicazioni sull’innovazione nella pubblica amministrazione. E in questi anni ha anche firmato il libro «Persone fuori dal Comune», diventato uno spettacolo portato in giro per l’Italia e utilizzato come momento formativo per Comuni e amministratori. Con l’addio a Palazzo, Bertola intraprenderà ora in via esclusiva proprio questo percorso che aveva già avviato mentre era direttore generale, trasformando l’attività formativa nel suo impegno principale.