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Meritocrazia Italia: sì alla scelta del Ministro Schillaci di non mettere in discussione l’importanza della prevenzione vaccinale

"Ribadiamo con forza la netta distinzione tra le competenze della medicina e quelle della politica: ambiti connessi, ma chiaramente distinti"

Meritocrazia Italia: sì alla scelta del Ministro Schillaci di non mettere in discussione l’importanza della prevenzione vaccinale
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Anche a pandemia superata, continuano le contestazioni contro ogni tipo di obbligo vaccinale.​ Sulla vicenda, che di recente ha riguardato anche il Nitag e il ministro della Salute Orazio Schillaci, è intervenuta anche Meritocrazia Italia.

“I vaccini e la vaccinazione preventiva costituiscono uno dei pilastri della medicina moderna. Negli anni, la tecnologia per lo sviluppo delle strategie vaccinali si è evoluta per garantire sicurezza ed efficacia, offrendo protezione contro infezioni virali e batteriche, anche nuove e complesse.

​Questa spinta della scienza ha permesso di eradicare malattie un tempo letali, come vaiolo e poliomielite, e di ridurre drasticamente l’impatto di altre, quali morbillo, varicella o encefalite da zecche”.​

Il Nitag e le polemiche

Il Nitag (National Immunization Technical Advisory Group) di cui si sente parlare in questi giorni è un organismo tecnico indipendente composto da esperti in immunologia, pediatria, epidemiologia, sanità pubblica e altre discipline rilevanti. Ha il compito di fornire raccomandazioni basate sull’evidenza scientifica in merito alle strategie vaccinali da adottare a livello nazionale.

Le sue indicazioni rappresentano uno strumento fondamentale per garantire che le decisioni in materia di vaccinazione siano fondate su criteri scientifici e non su influenze politiche o ideologiche.

Meritocrazia Italia elogia il ministro

​ “Meritocrazia Italia accoglie con favore la decisione del Ministro Schillaci di non prestare sostegno ai movimenti “no vax” e di rimediare alle precedenti, controverse nomine all’interno di tale importante istituto.

​Un passo che non rappresenta un bavaglio alla scienza, bensì un atto di responsabilità e apertura. Insistere in scelte rivelatesi sbagliate solo per evitare di ammettere l’errore avrebbe significato anteporre l’orgoglio all’interesse dei cittadini. Il compito di un Ministro è proprio quello di correggere la rotta, anche quando a dover essere rivisti sono i propri stessi provvedimenti.

​Meritocrazia Italia condivide l’idea che il dialogo scientifico non debba essere soffocato: la scienza procede infatti per approssimazioni successive, in una continua tensione verso una verità che sembra sempre sfuggente. Tuttavia, la critica alla scienza deve svilupparsi esclusivamente attraverso il metodo scientifico e non trasformarsi in facile strumento di consenso, cavalcando paure e diffidenze di chi non dispone delle competenze necessarie a comprendere la complessità dei fenomeni medici”.

Medicina e politica, ambiti distinti

A futuro monito, Meritocrazia Italia ribadisce con forza la netta distinzione tra le competenze della medicina e quelle della politica: ambiti connessi, ma chiaramente distinti.

​In particolare, riafferma che:

  • la sicurezza e l’efficacia di un vaccino non sono materia di dibattito politico. La loro valutazione è e deve essere esclusivamente scientifica e di competenza delle agenzie regolatorie. Mettere in discussione risultati sulla base di argomenti privi di rigore scientifico minerebbe l’intera credibilità del processo di approvazione ingenerando confusione nella popolazione;
  • le strategie vaccinali pediatriche – ossia tempi e combinazioni di somministrazione – sono definite da pannelli internazionali di esperti medici, le cui linee guida devono essere adottate integralmente. Non possono diventare oggetto di trattativa individuale tra medico, genitori e pazienti;
  • la politica ha il compito di adattare, tramite il supporto degli esperti e dell’evidenza scientifica e sulla base di valutazioni economiche, le linee guida alle emergenze locali; informare la popolazione sulle malattie presenti e sui rischi futuri; promuovere campagne mirate di informazione e vaccinazione per le categorie a rischio, inclusi operatori sanitari, anziani e giovani sessualmente attivi.

“Minare la credibilità delle istituzioni mediche e regolatorie col falso pretesto del pluralismo, non è soltanto un problema di nomine inadeguate: significa aprire la porta alla legittimazione di opinioni personali su principi medici e scientifici insindacabili, mettendo a rischio la salute individuale e collettiva”.