I consiglieri comunali di Chiavari Giovanni Giardini e Nicola Orecchia intervengono sulla gestione della variante urbanistica relativa al depuratore:
Per lettini e ombrelloni il Comune di Chiavari chiede un parere legale, per una pratica molto più delicata e strategica come la variante urbanistica sul depuratore no. Come mai? Il 1° dicembre 2025, con Determina n. 2082, questa Giunta ha ritenuto necessario richiedere un parere precontenzioso legale per affidare a Marina Chiavari Srl il servizio di noleggio delle attrezzature balneari sulle spiagge libere.
Una scelta motivata nero su bianco dall’Amministrazione Comunale secondo cui l’operazione presenta “una concreta ed elevata probabilità” di contenzioso, la materia è talmente tecnica da non poter essere gestita dal personale interno, per “le caratteristiche e la complessità dell’argomento” della vicenda è indispensabile un professionista esterno di “comprovata esperienza e professionalità”.
Fin qui, tutto corretto: se manca la competenza, è giusto rivolgersi agli esperti. Ma allora sorge spontanea una domanda.
Se per gestire lettini, ombrelloni e teli mare è stato necessario chiedere un parere legale specializzato, com’è possibile che per la variante urbanistica che elimina il depuratore in Colmata e conferma quello esistente a Preli – una scelta infinitamente più complessa, contestata e delicata – non sia stata richiesta alcuna consulenza?
Ricordiamo, infatti, che la variante adottata dalla sola Maggioranza con delibera del Consiglio Comunale n. 54 del 1 settembre 2025 non è stata solo criticata da noi consiglieri di minoranza, ma anche duramente contestata da tutti gli enti sovraordinati. Nella nota del 06.10.2025 la Città Metropolitana di Genova parla apertamente di “evidente vizio procedurale”, “atto illegittimo”, necessità di “annullamento” in autotutela da parte del Comune.
In sostanza, l’ente metropolitano spiega che le Norme Tecniche di Attuazione del PUC non prevedono alcun margine di flessibilità per i distretti “Colmata e Lido” e “Preli” e che l’atto avrebbe dovuto seguire la procedura di variante urbanistica completa, comprensiva di VAS obbligatoria.
Ma non solo.
Anche Regione Liguria con nota del 26.11.2025 ha ribadito che la modifica del PUC adottata dal Comune non rientra nei margini di flessibilità ed è in contrasto con il Piano d’Ambito e con le precedenti valutazioni ambientali.
Insomma, come abbiamo già detto: una variante fasulla.
Non a caso, IRETI S.p.A. ha già presentato ricorso al TAR contro la Delibera comunale, evidenziando l’illegittimità della procedura scelta dal Comune, la violazione delle norme urbanistiche regionali, la contraddittorietà dei presupposti usati dal Comune per approvare l’atto, il fatto che la Sentenza del TAR n. 832/2024, che ha bocciato il depuratore in colmata,
sia stata impugnata davanti al Consiglio di Stato.
Questa Amministrazione è sicura di aver fatto un buon lavoro?
Ricordiamo che il Comune di Chiavari non ha più un dirigente competente in materia urbanistica.
Invece di procurarsi un parere tecnico-giuridico per un atto così delicato, decide di procedere a sensazione, ignorando i rilievi della minoranza, di Città Metropolitana, le osservazioni della Regione, il ricorso già depositato da Ireti, la complessità di un tema che coinvolge 11 Comuni e una procedura europea di infrazione.
Questa Giunta vuole davvero togliere il depuratore dalla colmata o no? A Chiavari siamo arrivati alla commedia dell’assurdo.
Quando si tratta di noleggiare lettini e ombrelloni, il Comune richiede consulenze legali perché teme un contenzioso, quando si tratta, invece, di modificare il PUC su
un’infrastruttura per 140.000 abitanti, che costerà milioni di euro ancora da quantificare, con effetti per i prossimi 30 anni… nessuna consulenza, nessuna verifica, nessuna cautela. Una scelta incomprensibile o la volpe sotto l’ascella?
Niente di nuovo sotto il sole.
Forse per l’estate prossima i cittadini avranno l’ombrellone senza contenzioso, ma probabilmente ancora il depuratore in colmata mare.