Roma (RM)

Gli applausi di Atreju a Fini: “E’ un ritorno a casa”

"E' stato un errore chiedere lo scioglimento di An, perché era un movimento basato su un senso comunitario"

Gli applausi di Atreju a Fini: “E’ un ritorno a casa”

Un effetto deja vu. Con dentro un po’ di storia. Dopo 17 anni Gianfranco Fini è tornato sul palco di Atreju. Nel frattempo, tanta acqua è passata sotto i ponti. Non sempre acque calme. Anzi. Però, l’accoglienza del popolo di FdI è stata calorosa. Non era scontato. Seduto di fronte a Francesco Rutelli, protagonista con lui 32 anni fa di uno storico duello per il Campidoglio, Fini ha subito messo a verbale di sentirsi in famiglia: “E’ un momento bello, emozionante”. E poi: “E’ un ritorno a casa, se me lo consentite”. Il pubblico gliel’ha consentito, con un applauso.

Eccolo sul palco ritrovato, a dialogare con Rutelli. Nel 1993, nella campagna elettorale per il sindaco di Roma, se ne dettero di santa ragione. Fu la prima sfida della Seconda Repubblica. Stavolta hanno conversato che sembravano due amici al bar, mancava solo l’aperitivo. E infatti la serata si è chiusa con una gag da coppia navigata. “La prossima volta – ha scherzato Fini – il sindaco lo faccio io e tu fai il vice”.

La storia è tornata negli aneddoti, ma le ruggini sono scomparse. L’uno di fronte all’altro c’erano l’ultimo leader del Msi e primo di An, insieme a un ex radicale, verde, Margherita. Insomma, non solo l’inizio della Seconda Repubblica, ma anche un ricordo della Prima. Però quello che contava era capire come sarebbe stato il ritorno di Fini. O forse l’ingresso di Fini nel partito della premier Giorgia Meloni. Visto che nel pubblico c’erano tanti militanti e tanti aspiranti qualcosa, Fini ha fatto una premessa come a dire: non preoccupatevi. “Non ho chiesto e non chiedo nulla, lo sanno Arianna e Giorgia. Ma un merito che ho riconosciuto a Meloni è quello di aver ricostruito questa comunità. Mi ci riconosco, l’ho votata, anche se non condivido tutto al 100%”.

E invece ha lasciato più a bocca aperta la risposta di Rutelli. E lui nel centrosinistra di oggi ci si riconosce? “Passiamo alla domanda successiva”. Eppure nel centrosinistra ha tenuto tutti i piedi. Da leader della Margherita ha fondato il Pd. Ma anche per Rutelli di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. E poi su quel palco era a fare la spalla: “Com’è quella serie? – ha scherzato – Ritorno al futuro? Ritorno al futuro è il suo. Sapevo che sarei venuto per un tributo a un fondatore e a un rinnovatore di questa vicenda politica. Ripercorrere la vicenda dell’elezione 1993 è un pretesto per farlo tornare qua. Io sono un’esca…”. Però, Fini figliol prodigo, o padre prodigo, ha dovuto fare un mea culpa. “Io credo di essere intellettualmente onesto quando ammetto gli errori. L’ho fatto. L’errore è stato chiedere lo scioglimento di An, perché era un movimento basato su un senso comunitario”. Applausi dal pubblico forti quasi come quelli all’inizio.

Nel clima di complimenti alla padrona di casa, anche Rutelli si è adeguato. “Rispetto Meloni. Si trova a dover gestire un momento di cambiamento geopolitico e strategico. Su alcuni grandi temi si può andare oltre la competizione brutale. Sarebbe saggio trovare alcune aree in cui l’opposizione scelga di trovare una convergenza nei punti di utilità per il paese”. Così sia. Stavolta il gregario lo ha fatto Fini: “Auspico che queste sagge parole vengano ascoltate anche da esponenti dell’attuale sinistra”. Fini però doveva fare il meloniano più del compagno di palco. “Ho visto il bullometro”, l’area della festa di Atreju dove sono riportati gli attacchi al governo. “Ci sono dichiarazioni contro Meloni o a questa comunità che chi le ha fatte dovrebbe vergognarsi. Poi non ci dobbiamo meravigliare se certe parole in libertà generano frutti avvelenati”.

C’è stato anche il momento amarcord. “Da militante radicale, andavo a stampare nella tipografia del Secolo d’Italia. Costava meno perché c’era il rischio che ci mettessero le bombe. Ci lavorava Daniela”. Daniela è Daniela di Sotto, l’ex moglie di Fini. Ad Atreju c’era anche lei, nel pubblico. Saluti calorosi. “Ci rispettavamo”, ha detto Rutelli. Stretta di mano con Fini. Sipario