L’evento degli ECR Study Days ha riunito a Roma, dal 9 al 12 dicembre 2025, eurodeputati, istituzioni e rappresentanti del mondo economico e culturale per definire le priorità dei Conservatori europei. Tra i partecipanti anche l’eurodeputata vicentina di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, presente ai lavori e alle iniziative collaterali.
ECR Study Days, Donazzan: “Non possiamo prescindere dall’essere cristiani”
Alla quattro giorni hanno partecipato le delegazioni ECR provenienti da 18 Stati membri, con l’Italia come Paese ospitante, insieme a relatori delle istituzioni europee e nazionali, del mondo religioso, della magistratura, dell’informazione e della società civile. L’apertura dei lavori è stata affidata ai copresidenti Nicola Procaccini e Patryk Jaki, affiancati da Carlo Fidanza.
A margine dell’incontro, Donazzan ha dichiarato che “non possiamo prescindere dall’essere cristiani”, richiamando il valore delle radici cristiane per l’identità europea.
“Udienza privata con il Santo Padre particolarmente emozionante. Lui da americano ha vissuto già il passaggio duro della Chiesa. La rinascita della Chiesa Americana deve interrogarci sulle radici cristiane. Abbiamo avuto anche ospite Marcello Pera, perché il tema è proprio quello di non fare un passo indietro.
A questo si legano tante cose anche il grande dibattito che in questo momento sta riprendendo piede: la scuola laica deve avere o meno il presepe? Benedetto Croce ci ha insegnato, e il Santo Padre oggi lo ha ribadito, che le radici cristiane sono un’affermazione della nostra identità, poi si può avere il dono della fede o no, ma non si può prescindere dall’essere cristiani.”
L’eurodeputata vicentina ha inoltre sottolineato l’importanza di “parlare di difesa e di un servizio militare volontario”, considerandoli temi chiave per la sicurezza e la coesione dell’Europa.
“Study Days a Roma particolarmente rilevanti anche per il nostro Veneto in particolare per due temi che ci riguardano da vicino. Uno è il rapporto con gli Stati Uniti, noi abbiamo basi americane importanti come quella di Vicenza, e l’altro è il tema della difesa che oggi ci vede anche ragionare con gli alleati perché l’europa ha necessità di ripensare anche al tema della difesa. Da una parte l’industria della difesa: tanta parte della produzione è sul nostro territorio veneto e nel Nord Est.
Così come l’aspetto che oggi sta riguardando anche la pubblica opinione e che in Veneto trova sempre tanto affetto, maggiore che nel resto d’Italia: reintrodurre il servizio militare obbligatorio. Per noi veneti in particolare, la leva ha lasciato un’eredità straordinaria: pensiamo al volontariato dell’Associazione Nazionale Alpini, che oggi è ancora molto importante per la Protezione Civile. Ma la pubblica opinione, interrogata dopo le dichiarazioni del Ministro Crosetto, spinge a ripensare a un servizio volontario come sta accadendo in Francia e in Germania. Ma io credo che in Veneto questo tema sia già molto ben disponibile per tutti”.