CASTELLETTO D’ORBA – Riceviamo e pubblichiamo da Piercarlo Fabbio, Commissario Provinciale dell’UDC di Alessandria.
Castelletto d’Orba, le considerazioni di Fabbio sulla caduta della giunta a Castelletto d’Orba
La caduta improvvisa — e quasi silenziata dai media — della Giunta comunale di Castelletto d’Orba rappresenta un fatto politicamente clamoroso. Parliamo infatti di un’Amministrazione eletta con lista unica, dunque priva di qualsiasi opposizione consiliare e teoricamente posta nelle condizioni più favorevoli per garantire stabilità, coesione e continuità amministrativa. Eppure, nonostante questo contesto privilegiato, la Giunta è riuscita a spaccarsi e cadere su sé stessa, rivelando una fragilità interna che in democrazia non può essere né ignorata né minimizzata.
Quando un’Amministrazione implode senza pressioni esterne, il problema non è l’avversario politico: è la mancanza di una vera cultura di governo. Suscita inoltre inevitabile riflessione il fallimento di quella tutela politica che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto garantire solidità alla compagine di maggioranza e che invece ha prodotto un epilogo effimero e spiacevole per i castellettesi. Mi riferisco al ruolo dell’on. Federico Fornaro, già sindaco di Castelletto d’Orba e protagonista in Parlamento di episodi ricordati per una sensibilità forse eccessiva — come quando, a Montecitorio, giunse alle lacrime dopo aver ascoltato alcune valutazioni del Governo sul Manifesto di Ventotene.
Un riferimento politico per la lista unica che ha, di fatto, garantito all’Amministrazione soltanto una vita breve. L’UDC esprime forte preoccupazione per la situazione in cui Castelletto d’Orba si trova e auspica che, attraverso il percorso istituzionale che ora si aprirà, la comunità possa finalmente ritrovare un’Amministrazione capace di durare, governare e condividere un progetto serio, responsabile e realistico. Perché cadere da soli, senza opposizione, è qualcosa che nella storia amministrativa si vede molto raramente — e sempre per gli stessi motivi: mancanza di responsabilità, personalismi, scarsa cultura della mediazione, assenza di una visione progettuale per la propria comunità.