Beppe Grillo non ha alcuna intenzione di lasciare andare il Movimento 5 Stelle. Il fondatore e storico garante del partito è tornato a far sentire la sua presenza, riattivando il vecchio dominio ufficiale del movimento, www.movimento5stelle.it, distinto da quello oggi utilizzato dal gruppo guidato da Giuseppe Conte, www.movimento5stelle.eu.
La mossa rappresenta molto più di un’operazione simbolica: appare come il preludio a una nuova offensiva legale per la rivendicazione del logo e del marchio storico del M5S.
Il ritorno del logo originario
A colpire subito, entrando nel sito riattivato, è la presenza del logo originale del Movimento 5 Stelle: la scritta nera con la “V” rossa, le cinque stelle gialle e l’indirizzo “www.movimento5stelle.it” integrato nel simbolo.
Si tratta del marchio depositato originariamente dall’Associazione Movimento 5 Stelle di Genova, riconducibile proprio a Grillo, prima che il movimento entrasse nella fase contiana. Quel logo era stato registrato per la prima volta nel 2012 in Italia, poi nuovamente nel novembre 2015 all’Ufficio marchi europeo, con Grillo come titolare.

All’interno del portale compaiono documenti ufficiali dell’associazione: il rendiconto 2024, due bilanci elettorali relativi alle europee dello stesso anno e il verbale dell’assemblea dei soci. Dai file emerge un debito complessivo verso Grillo di 8.844,41 euro, più 88 euro di crediti, a cui si aggiunge un disavanzo complessivo di 9.822 euro al 31 dicembre 2024.
Nelle voci di spesa figurano, tra le altre, 1.647 euro destinati ai servizi di revisione internazionale (“International Audit Services”). Dati contabili che, secondo osservatori interni, potrebbero essere utilizzati da Grillo per rafforzare la propria posizione in un eventuale contenzioso legale sul simbolo e sulla titolarità del marchio.
Un segnale politico alla vigilia del voto interno
Il rilancio del dominio storico arriva in un momento delicato per il Movimento, a pochi giorni dal direttivo che dovrà eleggere (o riconfermare) Giuseppe Conte alla presidenza. Una tempistica che molti leggono come una mossa strategica del fondatore per riaffermare la propria autorità morale e storica sul movimento nato nel 2009.
Conte, dal canto suo, mantiene il controllo della struttura e del sito .eu, ma la riattivazione del vecchio dominio rischia di riaprire lo scontro identitario all’interno dei Cinque Stelle. La distinzione tra i due siti — uno “.it”, l’altro “.eu” — diventa ora il simbolo concreto della spaccatura tra la linea originaria del movimento e quella dell’attuale leadership contiana.