Brandico (BS)

Un mare di terra, dopo il “buona la prima” è un’ascesa di presenze e apprezzamenti

Uno spettacolo frutto dell’immenso e straordinario lavoro del «Gruppo del teatro» di Brandico

Un mare di terra, dopo il “buona la prima” è un’ascesa di presenze e apprezzamenti

Nei giorni scorsi in scena l’ultima replica per il 2025

Un mare di terra, dopo il “buona la prima” è un’ascesa di presenze e apprezzamenti

Mare. Terra. Mare. Terra. Un ritmo scandito come gli eventi che hanno interessato il secolo scorso la nostra nazione. Abitudini che sono diventate così diverse da una generazione all’altra. Dai giovani al fronte per combattere una guerra che poi, non era nemmeno la loro, ma spinti dall’idea di servire la propria patria con onore, tra chi aveva più voglia e chi meno di imbracciare un fucile, con gli amori e gli affetti che ne attendevano il ritorno, alla guerra degli ultimi decenni del novecento, quella fatta nelle piazze sotto forma di protesta per rivendicare diritti, ottenere condizioni migliori da offrire ai propri figli, sino agli anni novanta con un cambio ancor più deciso nell’attesa, o forse no, di qualcosa per cui battersi. 

Uno spettacolo andato in scena per l’ultima volta, nel 2025, frutto dell’immenso e straordinario lavoro del «Gruppo del teatro» di Brandico.
I «giovani del teatro» sono cresciuti tra confronti sul palco di via 4 novembre e su quello della vita, interpretando personaggi diversi, caratteri diversi, ma questa volta non inventati, ma verosimilmente esistiti, raccolti da testimonianze lasciate dalle generazioni brandichesi del passato che ora già riposano altrove, o ancora da quelle lasciate dagli adulti di oggi, con cui ci si confronta forse troppo poco. I giovani del teatro si sono sfidati, tra limiti personali e limiti del copione, lo hanno sperimentato, lo hanno modellato, e hanno riscritto in alcune parti un equilibrio. Una sceneggiatura, un racconto, una storia, ideata dalla penna sapiente di Christian Pizzati, ha saputo dare a questi ragazzi, più o meno forgiati dalla formazione teatrale, un testimone dei tempi passati. 

Non solo un “sentito dire” ma la possibilità di viverlo sulla pelle, di scavare nelle emozioni dei personaggi e di sentirli vicini per il loro nome e cognome, per il loro paese di residenza (lo stesso dei ragazzi). Un lavoro al momento senza eguali che ha registrato per ben tre date, quelle estive all’aperto di Longhena e Mairano, sino a quella di sabato in uno spazio più limitato come il palco, il tutto esaurito e l’incessante applauso del pubblico presente. Mai lo stesso. La voce di quanto siano riusciti a fare è corsa di comunità in comunità all’interno dell’Unità Pastorale di Brandico – Longhena e Mairano, così al punto di attrarre anche nell’ultima data, quella del 22 novembre, nonostante le basse temperature, le persone ad uscire di casa e raggiungere il teatro. A fare da trait d’union nelle diverse generazioni presentate la figura di Giacomo e le musiche dal vivo a chitarra di Cristian Mondini, tra brani conosciuti e brani personali.

Diversi i riferimenti anche a stralci di vita cinematografica del secolo scorso. Nel narrare le mondine il pensiero non poteva che andare a “Riso amaro” del 1949, o ad esempio quando l’angelo alla fine viene a prendere “Giacomo” per portarlo via da questa vita terrena, riconduce a “Vi presento Joe Black” del 1998, la parte di piazza Loggia richiama “Radio Freccia” sempre del 1998, così come quando il contadino impazzisce “the promise” del 2001.

«Siamo davvero soddisfatti, notevole è il loro impegno – ha commentato Pizzati – la ripetitività è utile anche per affinare, modellare e imparare. Grazie alle amministrazioni comunali che ci hanno accolto, all’unità pastorale, ci hanno con le rispettive comunità fatti sentire davvero apprezzati. Un particolare ringraziamento ai ragazzi e alle ragazze, ad Alessandro Ricca, per questo loro lavoro e anche ai tecnici Pierino Argilloni, Damiano Faleri, Roberto Legori. Per il futuro vogliamo fare di più, vediamo dove riusciremo ad arrivare».

La serata è stata aperta con i saluti dell’Amministrazione comunale rappresentata per l’occasione dalla vicesindaco Anna Bonassi, le conclusioni tratte da don Gianpietro Forbice.

I ragazzi e l’intero gruppo sono già all’opera a un nuovo lavoro a cui non vogliono dar seguito ad anticipazioni, ma l’aspettativa è davvero alta, come alto è il loro entusiasmo rispetto a questo percorso.