Il Museo Egizio ha inaugurato il nuovo allestimento della sala dedicata al corredo funebre Kha e Merit, una coppia della classe scribale egizia, vissuta circa 3500 anni fa.
La nuova sala
Il Museo Egizio ha inaugurato il nuovo allestimento della sala dedicata al corredo funebre Kha e Merit, una coppia della classe scribale egizia, vissuta circa 3500 anni fa a Deir el-Medina, villaggio delle maestranze e degli artisti che lavoravano alle tombe dei faraoni.
Luci innovative, infografiche, magazzini a vista dei tessuti e una teca di 14 metri per il Libro dei Morti: queste le principali novità dell’allestimento, curato dagli egittologi Enrico Ferraris e Susanne Töpfer, in collaborazione con Johannes Auenmüller, Federica Facchetti, Alessandro Girardi, Cédric Gobeil.
Per l’Ufficio Produzione hanno contribuito Enrico Barbero, responsabile dell’allestimento generale, Enrica Ciccone, incaricata del coordinamento museografico, Piera Luisolo per le grafiche. Al progetto hanno lavorato inoltre le restauratrici Sara Aicardi, Francesca Maiocchi, Eleonora Furgiuele, Giulia Pallottini e Valentina Turina, mentre Federico Taverni ha curato la modellazione 3D.
La Fondazione CRT, grandi donatori privati hanno sostenuto la realizzazione di due nuove teche all’interno della sala. Un altro importante contributo è arrivato dagli Scarabei – Associazione dei Soci Sostenitori del Museo Egizio- e da oltre 500 donatori e donatrici che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi “Oggetti quotidiani, storie straordinarie”.
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Il nuovo Allestimento
Il nuovo allestimento comprende un’installazione video multimediale, frutto del lavoro del Politecnico di Milano. Sotto la guida della docente Corinna Rossi, è stato realizzato il modello 3D di tutta la tomba ricavato dai rilievi effettuati sul campo, a Deir el-Medina in Egitto, e sul pyramidion, la punta della piramide conservata al Museo del Louvre, a Parigi.
Con questa istallazione si può godere di una visione realistica della tomba e del suo ambiente circostante.
Le dichiarazioni
La presidente Evelina Christillin e il direttore Christian Greco del Museo Egizio hanno così commentato: “Il riallestimento della sala di Kha e Merit rappresenta un momento cruciale per il Museo Egizio e dimostra come la collaborazione tra istituzioni, sostenitori privati e pubblico possa generare progetti di portata internazionale. Grazie al sostegno della Fondazione CRT, grazie alla generosità di grandi mecenati e di oltre 500 donatori, abbiamo realizzato un modello di museo contemporaneo dove la tecnologia diventa strumento di narrazione e la ricerca dialoga direttamente con i visitatori. La teca anossica da 14 metri per il Libro dei Morti è un primato mondiale nella conservazione dei materiali organici. Ma l’aspetto più rivoluzionario è l’approccio: non mostriamo solo oggetti, ma raccontiamo vite, processi e scoperte in corso, come il TT8 Project che pubblicheremo dal 2027. Questa sala è il manifesto del Museo Egizio che vogliamo: un luogo dove la conoscenza si fa esperienza condivisa”.
Dai corredi alle vite: cento tessuti raccontano l’antico Egitto
A 120 anni dalla scoperta della Tomba ad opera di Ernesto Schiaparelli nel 1906, c’è un cambio di prospettiva radicale. Sotto i riflettori non ci sono solo i 460 reperti, tra sarcofagi, mobili, tessuti, oggetti di uso quotidiano come boccette di profumi e unguenti in vetro e alabastro o il gioco della Senet, tra i giochi da tavolo più antichi, ma c’è l’idea di accompagnare il visitatore alla scoperta della vita quotidiana di Kha e Merit, due persone realmente esistite all’epoca del Nuovo Regno, verso la fine del XV secolo a.C., di intrecciare archeologia e tecnologia per dar vita al racconto umano. Per la prima volta, oltre 100 tessuti del corredo funerario restaurati, escono dai depositi per essere esposti in un nuovo magazzino a vista, aggiunto alle vetrine che oggi custodiscono i reperti che compongono il corredo della coppia, che è l’unico corredo intatto al di fuori dell’Egitto, risalente al Nuovo Regno. Anche la porta della Tomba è presentata in una nuova configurazione, frutto di un meticoloso restauro basato su approfonditi studi del reperto, sostenuto da Rotary Distretto 2031 – Nord Piemonte e Valle d’Aosta, sotto la curatela di Cédric Gobeil, egittologo e curatore dell’Egizio.
Primato mondiale nella conservazione
Ma la vera rivoluzione è tecnologica. Il Museo Egizio si conferma all’avanguardia mondiale nella conservazione dei papiri: il Libro dei Morti di Kha è esposto in una teca anossica inclinata a massimo 45 gradi e lunga circa 14 metri, la prima al mondo di queste dimensioni progettata specificamente per papiri.
L’assenza di ossigeno rappresenta una delle strategie più efficaci di conservazione preventiva, capace di eliminare completamente le infestazioni biologiche e gli insetti in ogni stadio di sviluppo.
“Le analisi condotte su diversi reperti e sul Libro dei Morti ci hanno fatto scoprire dettagli preziosi. Si tratta di risultati, che pubblicheremo nel 2028, e che dimostrano come diagnostica, filologia e archeometria possano dialogare per offrire nuove chiavi di lettura e nuovi percorsi di visita. Il corredo di Kha e Merit, unico nel suo genere al di fuori dell’Egitto, per quanto riguarda il periodo del Nuovo Regno, meritava un allestimento che ne valorizzasse non solo la ricchezza materiale, ma anche la complessità. Il Libro dei Morti di Kha, conservato in una nuova teca ad alta tecnologia è accompagnato da infografiche che traducono i geroglifici e decifrano per il visitatore il racconto contenuto nel papiro”, hannodichiarato Enrico Ferraris e Susanne Töpfer, curatori del Museo Egizio e del riallestimento
della sala.
Libro dei Morti sarà accompagnato da un’infografica innovativa che si estende per tutta la sua lunghezza di 14 metri. Il papiro di Kha sarà corredato da tre livelli di approfondimento che integrano prospettive archeologiche, filologiche e storico-religiose.
L’infografica illustrerà le 33 formule magiche del manoscritto, svelando la complessità culturale e tecnica celata in questo documento funerario: dalla preparazione originaria del papiro per un altro proprietario, alle tecniche scribali utilizzate, fino al significato delle vignette colorate che accompagnano le formule per la protezione e la resurrezione del defunto nell’aldilà. Un viaggio che permetterà ai visitatori di comprendere non solo il contenuto del testo, ma anche la sua materialità e la storia della sua creazione e trasformazione.
Quando la scienza incontra il pubblico
La sala di Kha e Merit ha l’ambizione di raccontare in un unico spazio diagnostica, ricerca egittologica e restauro: tre ambiti che negli ultimi anni si sono avvicinati sempre più e che oggi suscitano un interesse crescente non solo tra gli specialisti, ma anche tra i visitatori. L’incontro tra analisi dei materiali, studio filologico, archeometria e scienze della conservazione offre un’esperienza di visita nuova, che permette di osservare non solo gli oggetti, ma anche il processo di conoscenza che li rende interpretabili.
La sala rinnovata è modello di riferimento per tutti i successivi riallestimenti, che non possono prescindere dalla ricerca archeologica e dalle
nuove tecnologie.