Cavagnolo (TO)

L'Esercito del Piccolo Pesce di Nino Ventura a Santa Fede

Dal 13 luglio al 12 ottobre  l’Abbazia di Cavagnolo ospiterà il famoso gruppo scultoreo dell'artista di respiro internazionale.

L'Esercito del Piccolo Pesce di Nino Ventura a Santa Fede
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Dal 13 luglio al 12 ottobre  l’Abbazia di Santa Fede a Cavagnolo ospiterà il famoso gruppo scultoreo "L’Esercito del Piccolo Pesce" dell’artista Nino Ventura. Con il patrocinio del Comune di Cavagnolo e grazie all’Associazione Onlus Comunità Siloe, l’evento a cura di Elena Piacentini vede il supporto dell’Agenzia Reale Mutua Cavour EVO.

L'Esercito del Piccolo Pesce di Nino Ventura a Santa Fede

I dodici personaggi in terracotta che compongono l’opera sono collocati all’interno del complesso religioso: l’installazione vuole essere come un itinerario metafisico, in un luogo tra i più celebri esempi di architettura romanica dell’area prealpina e padana, consacrato alla giovanissima martire Fede da Agen che nel 303 d.C. fu arrestata, torturata e infine decapitata, non accettando di sacrificare offerte agli idoli romani.

Nino Ventura, istituendo quasi un’installazione site-specific pensata per l’Abbazia di Santa Fede, sceglie di dare corpo ad una macchina teatrale dove ogni particolare sottolinea una drammatizzazione e ogni guerriero diventa un sacrario, un porta reliquie, che contiene nel proprio ventre una teca. Nella teca un pesce, simbolo paleocristiano che veniva spesso disegnato dai credenti per identificarsi come appartenenti alla comunità cristiana. Il lemma ΙΧΘΥΣ costituisce l’acrostico Ιησοὸς Χριστὸς Θεοῦ υἱὸς Σωτήρ «Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore».

La frase, è pronunciata da Pietro prima che Gesù gli affidi la Chiesa (Vangelo di Matteo 16, 13-23).

Il patrocinio del Comune

«Nel silenzio secolare dell’Abbazia di Santa Fede, gioiello del Romanico piemontese incastonato nel verde delle nostre colline – afferma il sindaco Andrea Gavazza – siamo felici di accogliere l’opera di Nino Ventura: scultore di respiro internazionale da sempre attivo a Chivasso e oggi parte integrante della nostra comunità di Cavagnolo».

«Questa mostra non è solo un importante appuntamento culturale – afferma l’assessore alla Cultura Silvano Vallesio – ma rappresenta anche un segno tangibile del legame tra arte e territorio dove la forza ancestrale della scultura si intreccia con il respiro spirituale del luogo. L’opera di Ventura, ricca di suggestioni simboliche, restituisce voce a un luogo che da secoli comunica con l’uomo attraverso la pietra, la luce e il silenzio».

La curatrice

«L’Esercito del Piccolo Pesce è un’installazione dal vivace ma gentile potere viscerale - dichiara la curatrice Elena Piacentini - dove dodici statue monumentali in materiale refrattario bianco decorato con “blu di Klein” e foglia d’oro sono schierate come pronte a partire per una ipotetica crociata a difesa del Simbolo della Buona Novella. Nino Ventura con la sua opera ha realizzato un corpus di elementi che determinano l’abbandono della sembianza greve e minacciosa propria del termine Esercito».

L’Esercito del Piccolo Pesce

L’opera, composta di ben dodici personaggi in terracotta, alti circa quattro metri, realizzata nel 2008 presso il Centro Museale Fornace Pagliero di Daniele Chechi a Castellamonte, si ispira all’esercito di terracotta di Xi'an, costruito tra il 246 e il 206 a.C., riproduzione dell’armata che portò lo stato di Qin alla vittoria e unificazione dell’Impero cinese.

A differenza delle statue cinesi gli alfieri di Ventura sono pacifici e difendono i valori fondanti che nascono nel bacino del Mediterraneo. Un esercito tabernacolo, un reliquiario per oggetti che ribadiscono con la loro presenza anche il gesto dell’artigiano, un gesto per creare e ripetere: un esercito di copie non multiple, pronte a iniziare sempre un nuovo viaggio, portandosi nel futuro tutto quanto già visto, già scritto e già conquistato.

L’Abbazia di Santa Fede

La più antica testimonianza dell’Abbazia risale al 1281, ma già in un documento del 1164 si menzionava l’esistenza del Priorato di Santa Fede, documento in cui Federico Barbarossa confermava allo zio Guglielmo il Vecchio, marchese del Monferrato, il possesso delle terre di Cavagnolo.

Il Monastero probabilmente fu eretto dai monaci Benedettini in onore di Santa Fede, nobile giovinetta martirizzata il 6 ottobre 303 ad Agen in Francia, durante il periodo di Diocleziano.

Nel 1372 il complesso raggiunse il massimo splendore e nel 1477 l’Abbazia, passata dalla Diocesi di Vercelli a quella di Casale, venne eretta a priorato.

Nel corso dei secoli subì alterne vicende fino a quando nel 1895 fu acquistata dei padri maristi e fu interessata da opere di ristrutturazione e restauro.

La costruzione a tre navate presenta una facciata a capanna con un magnifico portale d’ingresso a tutto sesto delimitato da semicolonne e sovrastato da un timpano rappresentante i vizi e le virtù umane e figure zoomorfe, floreali, mostruose e geometriche, con una croce al colmo dell’arco.

L’interno, con la sua suggestiva armonia, è essenziale: le navate sono scandite da pilastri cruciformi e le mezze colonne con i capitelli scolpiti con soggetti a tema vegetale, figure animali e teste umane, sorreggono la volta a botte. In fondo si trovano altare e abside; l’unica fonte di luce sono alcune fessure nelle pareti e una bifora con archi a tutto sesto sopra il portone d’ingresso.

La mostra

L'ingresso è gratuito, e la mostra potrà essere visitata tutti i giorni dalle  9 alle 12 e dalle 15 alle 20

Per informazioni, 320/4332283.