Lecco (LC)

“L’altro e noi”: in scena a Lecco un viaggio introspettivo tra luci e ombre dell’immigrazione

Sabato 15 novembre al teatro auditorium Pertini di Lecco alle 20.30

“L’altro e noi”: in scena a Lecco un viaggio introspettivo tra luci e ombre dell’immigrazione

“L’altro e noi”, per la prima volta a Lecco uno spettacolo che mette in scena un viaggio introspettivo tra luci e ombre dell’immigrazione.  Sabato 15 novembre 2025, al teatro auditorium Pertini di Lecco, alle 20.30 andrà in scena la rappresentazione teatrale, gratuita, che porta insieme sul palco attori di un’importante compagnia teatrale del territorio lecchese e migranti accolti nel Cas di Cremeno gestito dalla cooperativa sociale Medihospes.

“L’altro e noi”: in scena a Lecco un viaggio introspettivo tra luci e ombre dell’immigrazione

Uno spettacolo come conclusione del laboratorio teatrale organizzato dalla Medihospes all’interno del Cas di Cremeno. Una pièce che, prendendo spunto da brani tratti dal “Piccolo principe” e dal monologo di Anna Schiacchitano, figura simbolo dell’immigrazione italiana d’inizio novecento, mette in scena un’appassionata rappresentazione di quelle dinamiche emotive che contraddistinguono l’incontro tra identità diverse.

Sabato 15 novembre, al teatro auditorium Pertini di Lecco, alle 20.30 si alzerà il sipario su “L’altro e noi”, scritto da Alberto Zimbaldi. L’ingresso è gratuito ma sarà possibile fare una donazione che la Medihospes devolverà all’associazione senegalese Ajudb per la costruzione di un campo da calcio in un piccolo villaggio del paese africano.

A recitare saranno Francesca Corti, Nicola Bizzarri, Michele Maggioni, Alexis Bartaloni, Kodzo Agbessi Fumey e altri ospiti del centro d’accoglienza di Cremeno.

Alla base del progetto il desiderio da parte della cooperativa sociale Medihospes – e delle altre realtà coinvolte – di sensibilizzare la comunità sul fenomeno migratorio in atto, sulla necessità di includere e integrare i più fragili abbattendo i muri degli stereotipi e della non-cultura. Così la pièce si articola in tre atti: nel primo avviene la presa di coscienza dell’esistenza di un qualcosa di diverso dalla nostra identità, nel secondo lo spettatore assiste a un viaggio verso l’altro, ovvero un lento e complesso percorso di conoscenza di un’identità fino a quel momento ignorata destinata a divenire presto un elemento importante e complementare della propria esistenza. Infine, tramite un racconto introspettivo di una protagonista dell’immigrazione italiana, si riavvolgono le lancette dell’orologio, per sottolineare come l’identità dell’altro e del noi non sia un valore assoluto ma determinato dal tempo e dallo spazio.

Del fenomeno migratorio questa rappresentazione teatrale evidenzia il rapporto e le conseguenti dinamiche che scaturiscono nella presa di consapevolezza dell’esistenza dell’altro inteso come qualcosa di diverso e di sconosciuto e quindi fonte di diffidenza, preoccupazione e paura. Lo spettacolo si apre con la descrizione di un contesto di quotidianità dove affiorano tutti gli elementi e sensazioni che contraddistinguono il mondo che la nostra cultura e le nostre scelte personali hanno determinato. Lo percepiamo come una casa e un luogo protetto perché di esso ne conosciamo i minimi dettagli nei quali ci riconosciamo e ci rifugiamo. Queste certezze vacillano fino a crollare nel momento in cui ci troviamo di fronte un qualcosa che non riusciamo a decifrare e identificare e per questo lo viviamo come una minaccia e un pericolo.

La percezione dell’altro e i diversi stati d’animo da esso scaturiti sono espressi in un monologo in cui il protagonista, camminando di notte per le vie solitarie di Milano, intravede in lontananza una figura che non riesce a identificare. Non avendo possibilità di evitarla e sentendo crescere in sé una paura incontrollabile, elabora le più inquietanti e improbabili ipotesi fino all’inevitabile incontro con lo sconosciuto. Solo in quel momento realizza che quell’ombra minacciosa era semplicemente una persona impegnata a percorrere a suo volta il proprio cammino.

La locandina: Foglio di sala