Monza (MB)

La Monaca di Monza e l’impossibilità per le donne di scegliere

Una conferenza su Marianna De Leyva e sulle costrizioni dell'epoca in cui visse

La Monaca di Monza e l’impossibilità per le donne di scegliere

Le “malmonacate” erano giovani donne, di famiglie altolocate, costrette a entrare in convento contro la loro volontà per rispondere alle esigenze familiari di conservazione del patrimonio.

La Monaca di Monza e l’impossibilità di scegliere

“Grazie alla trasposizione letteraria, operata da Alessandro Manzoni, di un fatto realmente accaduto nella Lombardia del Seicento, il caso della Monaca di Monza è il più emblematico e noto episodio di insubordinazione alle regole conventuali da parte di una giovane monaca, ma non certo l’unico”, così Ettore Radice, direttore artistico della rassegna “La Signora di Monza” che celebra i 450 anni dalla nascita di Marianna De Leyva, presenta la conferenza dal titolo Virginia Maria De Leyva, iconografia del personaggio nel tempo e la monacazione forzata che si terrà domenica questa, il 26 ottobre, alle ore 16,30 presso la Sala conferenze Musei Civici via Teodolinda 4, a Monza.

I richiami iconografici

Numerose sono le iconografie artistiche aventi come soggetto Suor Virginia Maria. Sin dal suo apparire ne “I promessi sposi” la Monaca di Monza ha infatti ispirato gli artisti, tra cui Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Eugenio Spreafico, Giuseppe Molteni, fornendo loro spunti figurativi capaci di generare specifiche iconografie, soprattutto in merito al suo “pentimento”. Le azioni commesse vennero giudicate crudeli al punto che gli atti del processo furono tenuti segreti per 200 anni. Illustrando scene inerenti la sua figura e il suo pentimento, il percorso storico-artistico proposto da Alberto Crespi, tra i relatori della conferenza, richiama l’attenzione su una delle figure più oscure e accattivanti del romanzo. Le immagini d’arte proiettate offriranno ai partecipanti un percorso artistico completo, ricco di sorprese e inedito.

Maritar o monacar

La nascita  di una figlia femmina poneva un solo quesito: maritar o monacar. La monacazione assicurava una sistemazione dignitosa e impediva l’alienazione del patrimonio attraverso le onerose doti matrimoniali, il cui ammontare era sempre e comunque ben superiore a quello delle doti conventuali, di modesta entità. Donne in convento : una storia in gran parte scritta dagli uomini. Restano i diari, le  storie, le cronache di monacazioni forzate e fughe. La saggista Patrizia Tocci, partendo dalle acquisizioni fondamentali dell’antropologa Ida Magli sulla clausura e sugli ordini monastici femminili, illustrerà, con la guida di Manzoni e della letteratura dell’ottocento e del novecento,  questa vera forma di oppressione contro le donne. A introdurre la conferenza, Sonia Multari, membro del Direttivo dell’Associazione Mnemosyne.

La conferenza si terrà ai Musei Civici di Monza. Per partecipare alla conferenza è obbligatoria la prenotazione a    eventi.mnemosyne@libero.it – Whatsapp: 347 8304599