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Carlo Acutis, un Santo tra i Millennials

Salzano, Italia, 1517. La genuflessione all'Eucarestia e la scorta degli asini

Carlo Acutis, un Santo tra i Millennials

Grazie all’impegno concorde e complementare di tutte le categorie che compongono il popolo di Dio, possa il Catechismo essere conosciuto e condiviso da tutti, affinché si rafforzi e si estenda sino ai confini del mondo quell’unità nella fede che ha il suo supremo modello e principio nell’Unità Trinitaria. (Giovanni Paolo II° – Laetamur Magnopere)

I Miracoli

Liberando alcuni uomini dai mali terreni della fame, dell’ingiustizia, della malattia e della morte, Gesù ha posto dei segni messianici; egli non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di quaggiù, ma per liberare gli uomini dalla più grave delle schiavitù: quella del peccato, che li ostacola nella loro vocazione di figli di Dio e causa tutti i loro asservimenti umani (Catechismo della Chiesa Cattolica, 549).

Questi “segni” sono, solitamente, suddivisi in: a) miracoli di guarigione; b) miracoli sulla natura; c) epifanie (apparizioni).

Essi hanno lo scopo di attestare che Gesù è il Messia inviato dal Padre ed i miracoli sollecitano a credere in lui.

Secondo questa classificazione, il primo dei miracoli che presentiamo, tra quelli catalogati da San Carlo Acutis, è quello di Salzano che dovrebbe essere, nella sua semplicità, un “Miracolo sulla natura” mosso dalla presenza dell’Eucarestia. Vediamo.

Il Miracolo Eucaristico di Salzano

A Salzano, piccolo comune del veneziano, nel 1517 accadde un fatto straordinario.

Un prete fu chiamato d’urgenza per portare il Viatico ad un infermo in pericolo di morte.

Malgrado la stagione fredda e l’ora tarda, il sacerdote si organizzò per il trasposto dell’Eucarestia, accompagnato da un solo chierichetto.

Giunti nei prati attraversati dal fiume Muson, alcuni asini che stanno pascolando si diressero verso quell’insolito drappello e, giunti avanti al sacerdote, prima piegarono le ginocchia e poi seguirono il Santissimo Sacramento fino alla casa dell’infermo, tornando a genuflettersi. Poi, con il sacerdote tornano indietro e si fermarono nuovamente al pascolo.

2025 11 07 Gian Maria Lepsky Miracolo di San Bartolomeo
Affresco di Gian Maria Lepsky: Miracolo di Salzano

Le prime testimonianze

Si dice che S. Ignazio di Loyola e i suoi compagni, nel 1536 sostassero a Venezia e nelle città vicine in attesa della partenza per la Terra Santa. Passando alcuni giorni nel Castello vescovile di Stigliano, ebbero modo di venire a conoscenza e controllare di persona il Prodigio che fu descritto in uno scritto dal gesuita Servo di Dio, Simone Rodriguez il quale narrava di come:

“Un prete di nome Lorenzo, fu chiamato d’urgenza per amministrare il Santo Viatico sui confini occidentali della pieve tra Zeminiana e Briana a un malato moribondo. La stagione e l’ora non erano adatte per una processione sicché il sacerdote dovette contentarsi di un solo chierichetto. Giunti nei prati circostanti il fiume Muson, detto volgarmente Cime, alcuni asini pascolanti s’indirizzarono verso il pio convoglio e, giunti presso il sacerdote, piegarono le ginocchia e poi seguirono il Viatico fino alla casa dell’infermo, rinnovando la genuflessione; e quindi, sempre con Prete Lorenzo, ritornarono fermandosi al pascolo. La notizia è ripetuta dagli anziani ai figli, e dai sacerdoti nei catechismi ai parrocchiani”.

Del Miracolo parlano anche i Bollandisti, il Gerola “Libro per tutti”, il P. Beccaro “Vicino a Gesù”, e il P. Sanna Solaro S. I. in una stampa dei fatti Eucaristici avvenuti in Italia.

Il prodigio fu riferito al Congresso Eucaristico di Milano ed in quello di Venezia si pensò di illustrarlo come dai carteggi del 1897, conservati nell’archivio parrocchiale.

Nella Storia della Società di Gesù, di Nicolò Orlandino, stampata a Bologna da Bartolomeo Zanetti nel 1615, l’episodio viene narrato nuovamente.

La storia fu scritta dal Servo di Dio Simone Rodriguez, uomo fornito di vasta dottrina, morto a Lisbona in odore di santità, il 15 luglio 1579. Al documento la Curia aggiunse la conferma del nome del sacerdote spettatore del Prodigio, che servì a determinare ancor di più la data del Miracolo.

Prete Lorenzo, infatti, era Cappellano della Chiesa di Salzano proprio nell’agosto del 1517 e fu convocato in curia per testimoniare su questioni che riguardavano la parrocchia che a quel tempo era tenuta da Don Francesco Artuso, che fu parroco in quel luogo fino al 1550 circa.

Il Prodigio in conclusione avvenne nell’anno 1517, ed il Padre Rodriguez, che sicuramente parlò con Don Artuso, poté esaminare il processo verbale, redatto dalle competenti autorità di quel tempo.

Per saperne di più: https://www.miracolieucaristici.org/

I Miracoli Eucaristici: Appuntamento n. 2 – Senz’altra pretesa che quella di diffondere l’operato di San Carlo Acutis, nella prossima uscita: Il Miracolo Eucaristico di Canosio, Italia, 1630