Allora era minorenne, oggi 19enne: il Tribunale dei minori di Brescia ha condannato Rifat Buciza a 15 anni e 8 mesi per l’omicidio di Maria Campai.
Condannato a 15 anni e 8 mesi per l’omicidio di Viadana
Il Tribunale dei minori di Brescia nella giornata di ieri, venerdì 14 novembre 2025, ha condannato a 15 anni e 8 mesi di carcere, con rito abbreviato, Rifat Buciza, oggi 19enne accusato dell’omicidio di Maria Campai (in copertina), la 42enne di nazionalità romena residente a Parma che venne uccisa a Viadana alla fine di settembre dell’anno scorso, il cui cadavere fu poi occultato nel giardino di una casa disabitata collocata a fianco al condominio dove avvenne l’omicidio.

La sentenza è stata pronunciata dalla giudice Laura d’Urbino. Il sostituto procuratore Carlotta Bernardini aveva chiesto una condanna a 20 anni di carcere, ovvero il massimo della pena previsto per un processo per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, celebrato con rito abbreviato nei confronti di un minorenne (all’epoca dei fatti il ragazzo non aveva ancora compiuto i 18 anni). I difensori di Buciza, ovvero gli avvocati Paolo Antonini e Valeria Bini, dal canto loro avevano chiesto di stralciare l’aggravante della premeditazione.

Attualmente Buciza si trova ristretto nel carcere minorile Beccaria di Milano e nella giornata di ieri è stato trasferito a Brescia per l’ultima udienza del procedimento penale, al termine della quale è stata emessa la sentenza. Al termine è stato riportato nel carcere milanese.
L’appuntamento a Viadana e la scomparsa
Maria Campai viveva a Parma con la sorella Roxana. La sera di giovedì 19 settembre 2024 Campai, insieme alla sorella e ad un amico, aveva raggiunto Viadana per incontrare Buciza, all’epoca dei fatti ancora 17enne. Il ragazzo aveva concordato attraverso una piattaforma online una prestazione sessuale con la donna, che si era fatta accompagnare fino a Viadana,
conosciuti su di un sito internet.
Al momento di salutarsi, la 42enne e sua sorella Roxana si accordate: una volta concluso l’incontro, si sarebbero sentite al telefono in modo che Roxana e l’amico, in auto, avrebbero potuto recuperare Maria e fare ritorno a Parma. Col passare delle ore e trascorsa tutta quella notte, però, della 42enne non si avevano più avute notizie.

A quel punto Roxana, insieme ad alcuni amici, comprensibilmente spaventata, aveva iniziato a cercare sua sorella suonando il campanello di varie abitazioni e affiggendo diversi volantini.
Dopo alcuni giorni di ricerche, la decisione di rivolgersi ai carabinieri che così avevano iniziato gli accertamenti. Esattamente una settimana dopo quell’appuntamento, ovvero giovedì 26 settembre 2025, il corpo senza vita di Maria Campai venne ritrovato, nascosto alla ben’e meglio con foglie secche e rami, nel giardino della casa disabitata che si trova a fianco al condominio dove Buciza abitava con la famiglia e dove era avvenuto l’incontro.
Strangolata e picchiata nel garage di casa
Poche ore dopo il ritrovamento, i carabinieri arrestarono l’allora 17enne con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Come ricostruito nel corso delle indagini, e grazie a parziali ammissioni del giovane arrestato e all’esame autoptico richiesto dalla Procura, venne ricostruito ciò che sarebbe accaduto quella sera.
L’appuntamento si era svolto nel garage dell’appartamento dove Buciza viveva, e che il ragazzo aveva allestito a mo’ di palestra per allenarsi, con tanto di attrezzi. Tra i due però sarebbe scoppiato un violento litigio in pratica causato da un disaccordo riguardo la somma pattuita per una prestazione sessuale.

Nel corso del violento alterco, Buciza avrebbe così aggredito fisicamente le 42enne strangolandola con braccio e avambraccio, e percuotendola al capo, al viso e al torace fino a sbatterla contro una parete di quell’anonimo garage di provincia.
A quel punto, con la 42enne ormai senza vita, il giovane avrebbe deciso di liberarsi del corpo trascinandolo fuori dal garage e gettandolo al di là della recinzione in rete che separa l’area condominiale dalla villetta disabitata. Qui Campai è stata poi nascosta con foglie secche e rami: lì è rimasta una settimana, fino a quando è stata ritrovata dai carabinieri nel corso delle ricerche.