Soccorre sei persone in strada, Mattia è l'angelo custode di Vailate
Da più di un anno dipendente del Comune di Vailate, Mattia è un volto conosciuto e apprezzato in paese, non solo per il suo lavoro, ma soprattutto per il suo spirito di solidarietà.

di Sara Barbieri
C’è chi passa inosservato, e poi c’è chi, senza clamore e con un cuore grande, diventa un punto di riferimento silenzioso per tutta la comunità. Mattia Barbieri, 39 anni, operaio cantoniere e messo comunale di Vailate, è senza dubbio uno di questi.
Mattia, l'angelo custode di Vailate
Da più di un anno dipendente del Comune di Vailate, Mattia è un volto conosciuto e apprezzato in paese, non solo per il suo lavoro, ma soprattutto per il suo spirito di solidarietà. Prima di vincere il concorso comunale nel 2024, il giovane cremasco ha dedicato anni al volontariato con l’associazione "VolonVailate", un impegno che non ha mai abbandonato nonostante gli impegni professionali. "Un vero angelo custode" amano definirlo i vailatesi che lo conoscono – "che ha sempre dato un grosso aiuto a tutti noi". L’ultimo gesto che ha commosso la comunità cremasca è avvenuto proprio una settimana fa, in via Verdi.
Sei persone soccorse in strada
"Una donna di 77 anni è inciampata mentre stava camminando all’altezza del b&b “I Tarocchi”- racconta Barbieri - Passavo con il furgoncino comunale, mi sono fermato subito e, con l'aiuto di alcune persone, le ho prestato soccorso fino all'arrivo della Croce Bianca. La donna per fortuna stava bene, lamentava solo un dolore alla costola".
Un aiuto che potrebbe sembrare normale, quasi banale, ma se a darlo è sempre la stessa persona, allora non è più un caso: è una certezza. Risale al 25 maggio 2016 un altro episodio che resta ancora oggi scolpito nella memoria di Mattia.
"Ho soccorso un uomo disteso sul marciapiede, era privo di sensi. Stavo passando in via Marconi, guidavo il furgoncino comunale, quando ho visto l’uomo accasciato. Mi sono fermato subito e gli ho prestato soccorso, finché non sono arrivati i medici".
Un intervento che ha aperto poi la strada a molti altri: "Sempre nel 2016 - continua Mattia - ero alla piazza del mercato del giovedì a pulire l'area quando ho visto un uomo, un signore sui 65 anni, che stava facendo la fila per un banco di rosticceria. All'improvviso ha accusato un malore e stava cadendo. Mi trovavo proprio accanto a lui e sono riuscito a prenderlo in tempo, evitando che si ferisse il volto colpendo l’asfalto".
Sono episodi che si rincorrono nel tempo, come quello del settembre 2016, quando una donna in bicicletta era caduta all’incrocio tra via Martiri e via Dante.
"Tornavo dalla scuola dell’infanzia, e appena l’ho notata le ho messo del ghiaccio alla caviglia e ho aspettato con lei l’arrivo dell’ambulanza", ha ricordato. Ma il senso del dovere di Mattia non conosce confini: anche fuori dal paese, ha saputo intervenire con la stessa prontezza e umanità.
"Nel giugno 2017 - continua – mentre guidavo, l'auto davanti a me che viaggiava in direzione Calvenzano è finita fuori strada. Ho così soccorso subito l'autista, un pensionato in stato confusionale, che ho tranquillizzato fino all'arrivo dell'ambulanza".
E ancora, più recentemente, per la precisione «qualche mese fa, sempre a Vailate, ho aiutato un cicloamatore residente nel milanese caduto in via Dante».
"E' importante donare il tempo per la comunità"
Per sei volte Mattia non solo si è trovato "nel posto giusto al momento giusto" ma ha fatto qualcosa che, purtroppo oggi non tutti fanno, non si è girato dall’altra parte. Per il giovane cremasco infatti, il volontariato non è mai stato un sacrificio, ma una scelta naturale. Un modo di essere, prima ancora che un impegno. Dare una mano, agire senza esitare: per lui è semplice, quasi istintivo.
"È fondamentale donare tempo alla comunità in cui si vive - ha spiegato - Il volontariato è una base solida su cui costruire: aiuta il Comune, rafforza il tessuto sociale".
Parole semplici, ma che trovano conferma ogni giorno nei suoi gesti. In un mondo che corre troppo in fretta per accorgersi degli altri, Mattia ci ricorda che l'eroismo vero non ha bisogno di applausi. Basta un gesto. Un attimo. Una scelta. E così, a Vailate, c’è un uomo senza mantello né riflettori, perché, a volte, la più grande forza sta proprio nella semplicità di esserci.