Una perizia psichiatrica per Jashandeep Badhan, il killer reo confesso di Sara Centelleghe, uccisa a Costa Volpino il 26 ottobre 2024, è stata richiesta dal suo avvocato. La domanda era stata inizialmente respinta in occasione dell’udienza preliminare, ma adesso i giudici si sono invece riservati di decidere nel corso del processo.
Controversie sulla richiesta
L’udienza, come riportato da L’Eco di Bergamo, ha avuto luogo oggi (martedì 28 ottobre) al Tribunale di Bergamo. Presenti in Aula l’imputato, i genitori di Sara, Vittorio Centelleghe e Marilisia Gambarini, costituitisi parte civile con il legale Enrico Pollini. C’erano anche delle ex compagne dell’istituto Ivan Piana di Lovere, venute per chiedere giustizia per la morte della ragazza.
Sia gli avvocati delle parti civili che il pm Gianpiero Golluccio si oppongono alla perizia psichiatrica, perché a loro giudizio Badhan nel confessare il delitto e nelle dinamiche si sarebbe sempre mostrato lucido e presente, versione confermata anche dai medici che l’avevano visitato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Bergamo e in carcere. La madre e il padre di Sara hanno poi dichiarato, fuori dal Tribunale, di volere giustizia e che l’assassino della figlia venga condannato al massimo della pena.
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Sara Centelleghe

La palazzina in cui è avvenuto l'omicidio
Il killer faceva uso di droghe
Il giovane, sia durante l’interrogatorio con il gip che in quello successivo con il pm, aveva detto di fare uso abituale di sostanze stupefacenti. L’hashish, del quale era in cerca quella notte, pensando che l’amica della vittima (ora indagata per favoreggiamento e spaccio) l’avesse nascosta in casa sua, lo aiutava a suo dire a calmarsi. Come si è poi ricostruito, i suoi movimenti dopo che si era intrufolato nell’abitazione avevano svegliato Sara, che era andata nel panico ritrovandoselo davanti. Lui aveva reagito aggredendola prima a mani nude, poi utilizzando delle forbici trovate in cucina.
Nella prossima udienza, fissata al 26 novembre prossimo, saranno sentiti il comandante del Nucleo investigativo di Bergamo che ha svolto le indagini, Danilo Di Fonzo, il medico legale che ha eseguito l’autopsia, Matteo Marchesi, e lo stesso imputato.