Roma (RM)

Regina Coeli, record di detenuti: “Oltrepassato ogni limite”

La denuncia di Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria

Regina Coeli, record di detenuti: “Oltrepassato ogni limite”

“1.130 detenuti letteralmente stoccati in soli 572 posti disponibili, con un sovraffollamento del 198%, ambienti lugubri, talvolta fatiscenti, insalubri e insicuri per chi vi è ristretto e per quanti dovrebbero lavorarvi, ma che nella realtà scontano le pene dell’inferno per la sola colpa d’indossare l’uniforme della Polizia penitenziaria. 359 gli agenti in servizio, quando ne servirebbero almeno il doppio, ma gli effettivi di notte si riducono talvolta a meno di 10, con carichi di lavoro disumani e turnazioni anche di 26 ore continuative. Indignitose, forse in qualche caso persino inumane e degradanti le condizioni detentive, basti pensare ai letti a castello a tre piani e in talune circostanze all’indisponibilità di docce, e da far impallidire il peggiore dei caporali quelle lavorative. E ciò al netto della dedizione e della capacità dei vertici del penitenziario che, nonostante le migliorie apportate, nulla possono contro l’emergenza in atto, la vetustà della struttura, il sovraffollamento e le pesantissime deficienze organiche. Anzi, si deve solo a loro e a tutti gli operatori se il sistema, in qualche misura e in qualche modo, ha sinora retto. Francamente, non siamo certi che possa farlo ancora per molto a queste condizioni”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, all’esito di un sopralluogo condotto presso la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli con una delegazione composta anche dal Segretario Regionale del Lazio, Davide Riggi e quelli Territoriali di Roma, Francesco Di Virgilio e Michele Pittau.

“Del resto, a livello nazionale si contano ben 63.198 detenuti a fronte di 46.536 posti disponibili, mentre la Polizia penitenziaria è mancante di oltre 20mila unità nelle carceri, attese anche le paradossali e illegittime assegnazioni soprannumerarie in uffici ministeriali e in sedi extrapenitenziarie. È di ogni evidenza che qualsiasi struttura organizzata, e le carceri vorrebbero solo esserlo, con tali numeri è destinata, presto o tardi, a implodere, ma le prigioni potrebbero persino esplodere. E i 60 reclusi che si sono tolti la vita (uno a Regina Coeli) dall’inizio dell’anno, così come hanno fatto tre operatori, unitamente ai ripetuti disordini, alle risse, alle aggressioni agli agenti (2.300 nei soli primi otto mesi del 2025), alle evasioni, ai traffici illeciti e a molto altro ancora sono segnali che non vanno sottovalutati. Noi lo ripetiamo, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni intervengano prima che sia troppo tardi, anche se in gran parte già lo è”, conclude De Fazio.