Omicidio Gianni, fu un'azione pianificata
Di Girolamo è uscito di casa la mattina dell’omicidio portando con sé due fucili, uno dei quali a canne mozze, e numerose munizioni
Riccardo Di Girolamo aveva pianificato tutto nei minimi dettagli: la scelta del luogo, l’ora, le armi. L’omicidio di Marco Gianni, avvenuto il 13 aprile 2023 a Borgo San Donato, è stato il tragico epilogo di un piano studiato da tempo. Lo scrivono nero su bianco i giudici della Corte d’Assise di Latina nelle motivazioni della condanna all’ergastolo. «Non si è trattato di un gesto impulsivo – si legge nel documento firmato dal presidente Gian Luca Soana.
Di Girolamo è uscito di casa la mattina dell’omicidio portando con sé due fucili, uno dei quali a canne mozze, e numerose munizioni. Le armi erano già cariche, riposte nella sua auto. La vittima è stata colpita in un contesto in cui non aveva alcuna possibilità di fuggire o difendersi». Dopo il delitto, lo stesso Di Girolamo ha confermato la premeditazione: «Ho ucciso un uomo, ho ucciso Marco. Era un sogno che facevo da tre anni», avrebbe dichiarato. Per i giudici, queste parole confermano «la lucida determinazione» con cui l’imputato ha agito, portando a termine un’azione violenta e deliberatamente pianificata.