A distanza di quasi otto mesi dalla tragica morte di Nora Jlassi, 15enne trovata senza vita in un’abitazione abbandonata di San Bonifacio lo scorso 27 gennaio 2025, sono state chiude le indagini da parte del pm Carlo Boranga.
Per un 35enne originario del Marocco, considerato il suo “fidanzato“, arrestato lo scorso 8 febbraio 2025 con l’accusa di “morte per conseguenza di altro delitto”, si ipotizza il reato di omicidio colposo.
Insieme a lui sono iscritti nel registro degli indagati anche un 31enne di origini marocchine (cugino del 35enne) e un 30enne veronese, che al momento si trovano a piede libero. Loro due avrebbero visto Nora nei suoi ultimi giorni di vita, consumando con lei stupefacenti.
Morte per asfissia accidentale
Nora, i giorni precedenti al decesso, aveva partecipato ad alcuni festini dove aveva assunto droga, ma da qualche tempo si portava dietro gli strascichi di una polmonite non curata.
L’infezione ai polmoni, unita all’effetto delle sostanze stupefacenti, hanno provocato in lei uno stato soporoso. L’esito dell’autopsia sul suo corpo, eseguita dal medico legale Federica Bortolotti dell’Università di Verona, parla di “morte per asfissia accidentale“.
Le ultime ore di Nora
Come riferisce il Corriere del Veneto, già la sera del 26 gennaio la 15enne aveva riferito di non sentirsi bene, ma anziché essere portata a casa o in un pronto soccorso, è stato portata nel casolare Ater in via Ambrosini, uno stabile abbandonato e pieno di rifiuti, senza riscaldamento ed energia elettrica.

Dopo aver trascorso la notte, si è svegliata, è uscita per andare a Soave a casa di un altro degli indagati, ma poi è ritornata indietro. Dopo aver consumato altra droga, si è addormentata di nuovo e quindi non si è più risvegliata.
Nella perizia è stato scritto che Nora, per il freddo, si è addormentata avvolta nelle coperte, con il volto contro le stesse coperto o il cuscino o il materasso. Proprio a causa dello stato soporoso, non è riuscita a mantenere le vie respiratorie libere. Respiro che secondo il medico legale potrebbe essere stato bloccato anche dai movimenti di chi le dormiva accanto, cioè il 35enne indagato.

Nora, purtroppo, dall’età di 13 anni era caduta nel tunnel della droga. Era stata presa in cura dalla comunità di San Patrignano, ma poi era scappata per tornare a casa. Da quel momento ha iniziato a frequentare tossicodipendenti, con cui trascorreva spesso la notte. Il 18 gennaio è scappata di casa, ma è stata trovata a Cremona a casa di una giovane brasiliana. Il 23 gennaio, poi, è scappata di nuovo, questa volta senza fare più ritorno.