Vicenza (VI)

Morte Dolores Dori, l’indiziato Roberto Held si consegna ai Carabinieri dopo quattro settimane dalla sparatoria

Dolores, con la mamma e il figlio 16enne, ha fatto irruzione in un campo nomadi di Lonato del Garda con l'obiettivo di riportare a casa la figlia 23enne

Morte Dolores Dori, l’indiziato Roberto Held si consegna ai Carabinieri dopo quattro settimane dalla sparatoria

A quasi un mese dall’omicidio di Dolores Dori, deceduta lo scorso giovedì 2 ottobre 2025, Roberto Held, consuocero della vittima e principale indiziato, si è costituito  nella giornata di lunedì 27 ottobre 2025.

L’omicidio di Dolore Dori

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, sarebbe stato proprio lui a sparare i colpi che poi sarebbero risultati mortali alla vicentina di origini sinti.

Dolores Dori, di 44 anni e originaria di Vicenza, ma da tempo residente a Camponogara, sarebbe arrivata al campo nomadi di Lonato del Garda, dove è avvenuta la sparatoria, assieme alla madre 59enne, Amalia Levacovich, e al figlio di 16 anni.

Di fatto, sembra che la madre sia considerata la “Regina dei Sinti” di Pistoia, ma anche la stessa Dolores aveva già la sua reputazione. Nel corso degli anni, ha accumulato numerosi precedenti per furti, scippi e truffe, soprattutto ai danni di anziani, con condanne che l’hanno portata più volte in carcere o ai domiciliari. Tra i casi più noti, la truffa a un anziano di Vedelago, al quale aveva sottratto 100 mila euro. Per di più, sarebbe anche la sorella di un collaboratore di giustizia.

Nello specifico, la 44enne avrebbe sfondato il cancello sul retro per poi aprire il fuoco contro l’altro gruppo di sinti. La famiglia rivale, però, ha risposto al fuoco, colpendo così Dori all’addome, alla coscia e al collo.

L’Accampamento all’arrivo dei Carabinieri

Il marito della vicentina si trovava poco distante, così l’ha raggiunta a bordo di un’Alfa Romeo Stelvio e l’ha portata all’ospedale di Desenzano del Garda. Lì è stata operata nella notte, ma non ce l’ha fatta ed è deceduta nella mattinata del 2 ottobre.

Le indagini

Secondo i Carabinieri, la sparatoria era pianificata. Di fatto, dal telefono del 16enne hanno potuto recuperare diverse foto e video, tra cui proprio quello dell’irruzione nel campo nomadi.

Il figlio di Dori ha incastrato sé stesso e sua nonna con un filmato che li ritrae a sparare con la 44enne vicentina. Inoltre, all’interno della memoria del cellulare, gli inquirenti hanno trovato anche un video di lui e il padre che minacciavano, armati di pistola, un componente della famiglia rivale.

La spedizione punitiva era nata come tentativo disperato di riportare a casa la figlia 23enne di Dolores, che si trovava nel campo nomadi al momento dell’irruzione. Quest’ultima avrebbe iniziato una relazione romantica con un membro dell’altra famiglia, ma per Dolores sarebbe stata trattenuta contro la sua volontà.

Attualmente, Amalia Levacovich e il nipote 16enne sono accusati di tentato omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dall’uso di armi, in concorso con minacce e reati di detenzione e porto d’armi abusivo. La 59enne si trova nel carcere femminile di Verziano, a Brescia, mentre il 16enne è stato portato al carcere minorile Beccaria a Milano, entrambi dal 6 ottobre. Anche Roberto Held, dopo settimane di caccia all’uomo, è stato accompagnato al carcere cittadino.

Dolores Dori, l’indiziato Roberto Held si consegna ai Carabinieri dopo quattro settimane di latitanza
Il campo al momento dell’irruzione dei Carabinieri

Un’incognita che non ha ancora trovato una risposta è quella degli altri residenti del campo, poiché, appena saputa la notizia, è stato abbandonato rapidamente, lasciando indietro roulotte e vestiti ancora stesi ad asciugare.