E’ stato don Massimo a celebrare a Cesano i funerali del fratello Raffaele Marianella, l’autista rimasto ucciso dopo l’assalto da parte di un gruppo di ultrà reatini al suo pullman che trasportava i supporter del Pistoia Basket in trasferta a Rieti.
In una chiesa e un sagrato gremiti, per dare l’ultimo saluto a Raffaele, il feretro è stato accolto sulle note della canzone di Renato Zero “I migliori anni della nostra vita” e dall’inno della sua squadra del cuore, “grazie Roma”.
“Quello che abbiamo vissuto non ha niente a che vedere con lo sport e con il suo spirito. Non dobbiamo farci sopraffare dalla rabbia: dobbiamo vincere il male con la forza del bene”, ha detto Don Massimo, rivolto ad una comunità permeata da dolore, commozione e forte rabbia.
L’appello del vescovo
E’ stato monsignor Vito Piccinonna, il vescovo di Rieti, proprio riguardo i presunti colpevoli, al termine dell’esequie, a lanciare ai familiari un appello inatteso: “Anche se non vorrei dire ciò che vorrei dire lo dico: senza banalizzare il male, io sento da Raffaelle l’invito che fa. Quello di andare a trovare quei ragazzi in carcere. Perché non si può mettere sotto la coperta il male, non basta che sia solo punito. Non basta che sia fatta giustizia. È troppo poco – ha detto il vescovo dall’altare – Ho confidato quel che sento nel cuore e vorrei che ciascuno nelle prossime ore spenga i social e sentisse nel cuore quello che Raffaele affida come compito a casa: accoglietelo, se ha a che fare con l’odio, non è Raffaelle siete voi a dare quella risposta. Se è un invito che vi costa, che vi pesa, nel bene, quello è l’invito di Raffaele”. Che poi ha voluto precisare: “Respingiamo tutto il male commesso, ma anche chi l’ha commesso è figlio. Ci sono interrogativi che lacerano il cuore”, ha detto don Vito, che ha ribadito l’intenzione di recarsi personalmente presso la casa circondariale per incontrare i presunti autori dell’omicidio: “Sarebbe una doppia morte lasciare tutte le cose così, è troppo poco che la giustizia faccia semplicemente il suo corso. È giusto che accanto a questo ci sia un impegno rieducativo ed educativo, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni”.