Valgreghentino (LC)

La sorella di Marco Motta: “Mio fratello è cerebralmente morto”

La sorella chiede che la memoria dell'amato fratello venga onorata.

La sorella di Marco Motta: “Mio fratello è cerebralmente morto”

Marco Motta, il pizzaiolo di 39 anni originario di Valgreghentino, ritrovato riverso a terra, privo di conoscenza, in un parcheggio di Pontida all’alba di domenica mattina, è “cerebralmente morto”. La peggiore delle notizie per tutti coloro che da giorni pregavano per lui è stata comunicata dalla sorella, che chiede che la memoria dell’amato fratello venga onorata.

La sorella di Marco Motta: “Mio fratello è cerebralmente morto”

Un epilogo tragico per una vicenda dai contorni misteriosi e inquietanti. Quel che è certo, al momento, è che i medici hanno diagnosticato al 39enne un aneurisma devastante. Cosa l’abbia causato, però, è ancora da stabilire.

Il giovane, insieme al fratello 30enne, come detto, il 23 novembre è stato trovato a terra in condizioni gravissime. È stato trasportato in ospedale a Bergamo e a essere ricoverato è stato anche il fratello, con il quale, secondo diversi testimoni, aveva avuto una accesa lite iniziata nei pressi del Qi Bar di Pontida. Marco aveva raggiunto gli amici dopo aver finito il turno in pizzeria, mentre Gianluca, invece, voleva tornare a casa perché non stava bene e aveva persino chiamato la madre, che ha confermato.

Tra i due è nata una lite dentro al locale – non la prima – pare per motivi banali. La discussione è continuata fuori, nel parcheggio lì vicino. Ma da quel momento i racconti si incastrano poco: gli amici nel parcheggio dicono di aver sentito discutere ma di non aver visto botte, e l’assenza di telecamere rende tutto più complicato.

Inizialmente si era ipotizzato che la discussione fosse degenerata in un atto violento, ma non è escluso che Motta, durante quei momenti concitati, possa essere caduto picchiando il capo o che addirittura sia stato colto da un malore.

Le indagini dei Carabinieri orobici, iniziate subito domenica mattina, proseguono per chiarire la situazione. Intanto il dolore per la vicenda si è trasformato in cordoglio. Centinaia le testimonianze di affetto e gli attestati di vicinanza alla famiglia, molto nota a Valgreghentino, dove aveva gestito il ristorante Il Melograno, ma anche nell’Olginatese e in tutta la Valle San Martino.