Chivasso (TO)

La città in lutto: addio all’ex sindaco Livio Riva Cambrino

La Città di Chivasso ha perso una delle sue figure più importanti, simbolo di anni che hanno fatto la storia

La città in lutto: addio all’ex sindaco Livio Riva Cambrino

La Città di Chivasso ha perso una delle sue figure più importanti, simbolo di anni che hanno fatto la storia: nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 8 novembre, si è spento l’ex sindaco Livio Riva Cambrino, 85 anni, storico esponente del Partito Socialista Italiano. Lascia i figli Roberto, già comandante della Polizia Locale di Chivasso, Vercelli, Parma e Modena (ora in servizio a Rivoli), Marco, noto attivista impegnato nel sociale, e Paola.

La città in lutto: addio all’ex sindaco Livio Riva Cambrino

Alla guida di Chivasso dal 30 settembre 1977 al 20 gennaio 1984, dopo Paolo Rava e prima di Pierino Camoletto, Livio Riva Cambrino è stato un profondo conoscitore della città, città che ha amato e a cui ha dedicato molti scritti.

Anni difficili

Anni difficili, con profonde tensioni anche alla Lancia, la principale azienda della città: “Umberto Agnelli aveva assunto la presidenza della LANCIA S.p.A il 3 Settembre 1973 – si legge in suo intervento – e dal 20 Dicembre iniziò un lungo ponte Natalizio con chiusura dello stabilimento di Chivasso sino al 15 gennaio 1974, dal 24 Gennaio riprenderà l’attività produttiva con orario di 24 ore su tre giorni settimanali sino al Marzo 1975, per un totale di 64 giorni di cassa integrazione.

La situazione di austerità e recessione generale nel 1975 colpisce anche il carnevale di Chivasso, per la prima volta dal 1948 non ci saranno la Bela Tolera e L’Abbà. Anche il “Circolo di agricoltura, industria e commercio” chiamata abitualmente “L’Agricola“ si scioglierà come organizzazione e per conseguenza non ci saranno anche per il 1976 le maschere tradizionali del carnevale di Chivasso.

Primo segno di ripresa nel 1976 sarà la costituzione della nuova società “Pro Loco  L’Agricola“ che riprenderà con successo la tradizione carnevalesca e delle altre attività culturali delle radici Chivassesi”.

E ancora le Brigate Rosse, con l’omicidio di Piero Mario Coggiola, capo officina del reparto verniciatura, il 28 settembre 1978.

Grande appassionato di storia, aveva dato alle stampe il libro «Una Fraterna amicizia – La Mandria e i soldati polacchi 1918-2015» dedicato ai 300 soldati polacchi arrivati alla Mandria di Chivasso nei primi giorni del dicembre del 1918, prevalentemente ufficiali dello sconfitto esercito asburgico a cui se ne aggiunsero presto altri 200.

Il ricordo dell’ex sindaco Andrea Fluttero

“Oltre 20 anni fa – racconta Andrea Fluttero, già primo cittadino di Chivasso e Senatore –  iniziai ad organizzare una cena annuale con gli ex Sindaci di Chivasso. Ripresa dopo la sospensione per il Covid la cena rappresenta un bel momento di discussione, di condivisione di riflessioni sull’oggi e di ricordi del passato tra persone che hanno servito Chivasso nel ruolo di Sindaco seppure da schieramenti politici differenti.

Livio Riva Cambrino non ha mai voluto mancare, anche quando la sua salute era peggiorata.
Un Sindaco d’altri tempi. Una persona ancora prendi passione per la sue e nostra Città.

Quanti ricordi e quanti racconti. Le battaglie politiche, la Lancia, il sindacato.

E tra i tanti consigli il Po. La sua idea che non gli fecero realizzare di un imbarcadero, di canoe sul nostro fiume. Le carte, gli articoli ed i documenti degli anni 70 relative al suo sogno sul Po. E la sua felicità e gli incoraggiamenti quando fondammo gli Amici del Po.

Ciao Caro Livio compagno ed amico socialista ti ho voluto bene come ad un fratello maggiore.

Ora con i Sindaci Rigazzi, Chiavarino e Lacelli che ti hanno preceduto voglia su questa Città a cui hai voluto bene e per la quale hai dedicato anni di impegno e passione”.

 

Una vecchia intervista che lo rappresenta

Riproponiamo una vecchia intervista che aveva rilasciato al nostro giornale nel 2008.

Quali partiti governavano Chivasso nel periodo in cui lei è stato sindaco?

«Risposta semplice. C’era la sinistra e più precisamente una compagine formata da Psi, Pci, Psdi con 16 consiglieri in tutto su 30. Ma attenzione la Dc aveva la maggioranza relativa con ben 10 consiglieri».

Quali cose importanti ha fatto per la città?

«I due problemi erano le scuole e le case. Chivasso aveva quasi 27 mila abitanti e, a parte le elementari (nel 1979 non c’era più il doppio turno) grande impegno, come amministrazione, abbiamo dedicato alle medie e alle superiori. In città c’erano il liceo classico con 6 sezioni, lo scientifico con 13 sezioni, l’Itis con 19 sezioni. Nel 1980 diventava operativa la media della Coppina nella zona di sviluppo urbanistico Iacp. Poi entrava in funzione l’Istituto Magistrale con 4 classi per un totale di 106 alunne. Ma abbiamo anche provveduto ad ampliare i plessi esistenti. Insomma mettendo mano al Piano Regolatore siamo riusciti a risolvere molti problemi. In quel periodo abbiamo dovuto affrontare due grandi difficoltà: la crisi dei 37 giorni alla Lancia, quando la Fiat aveva minacciato il licenziamento di 15 mila lavoratori. Nel settembre del 1980 Enrico Berlinguer era davanti ai cancelli dello stabilimento di via Caluso a parlare con gli operai. Poi seguì la marcia dei 40 mila, quella dei colletti bianchi, che, anche da Chivasso, partirono per unirsi al corteo di Torino. Momenti difficili, ma li abbiamo superati».

Quali altre cose avrebbe voluto fare?

«Il canottaggio sul Po. Sarebbe stato un modo positivo per far apprezzare di più alla popolazione il territorio sulle sponde del fiume. Un’attività sportiva è sempre un ottimo presidio di controllo. Ormai si è perso troppo tempo e quella zona non interessa più a nessuno».

Cosa ne pensa dei politici attuali?

«Con lo scoppio dello scandalo di Tangentopoli devo confessare che ho perso molta fiducia nella politica. Da lì in poi le cose sono solo peggiorate. Oggi non si capisce più dove sta la differenza tra destra e sinistra. Ai nostri tempi discutevamo molto animatamente, ma ognuna sapeva bene da che parte stava. La priorità era risolvere i problemi, poi si poteva anche parlare dei massimi sistemi».

Cosa ne pensa della politica in generale?

«Guardi più in basso di così non si può andare. Ora si può solo risalire. La sinistra, ad esempio, a livello locale dovrebbe smetterla di occuparsi solo delle questioni di cortile e diventare più propositiva».

Cosa augura ai cittadini chivassesi?

«Ci sono alcune priorità da affrontare e risolvere. Lo sviluppo edilizio va bene se corredato da servizi e strutture per i residenti. Altrimenti mettiamo su solo dei quartieri dormitorio. Non basta dire siamo di più. Quello che serve è diventare migliori. Poi il lavoro, bisogna rilanciare l’occupazione sul territorio. Se non si fanno queste cose il futuro non sarà così roseo».