Ambra De Dionigi travolta e uccisa sulla Statale 36: l'investitore patteggia 3 anni
L’uomo, indagato per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso, ha scelto di evitare il dibattimento raggiungendo un accordo con la Procura per una condanna a tre anni.

Ha scelto di patteggiare S. G., 50 anni, residente a Carate Brianza, accusato della morte di Ambra De Dionigi, travolta e uccisa nella notte tra il 22 e il 23 dicembre 2024. L’udienza preliminare si è svolta oggi, martedì 1 luglio 2025 in tribunale a Lecco. La giovane vittima, 29enne originaria di Pasturo, era stata ritrovata senza vita ai margini della Strada Statale 36, in località Gaggio, nel territorio di Nibionno.
Ambra De Dionigi travolta e uccisa sulla Statale 36: l'investitore patteggia 3 anni
Come riportano i colleghi di PrimaLecco.it, l’uomo, indagato per omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso, ha scelto di evitare il dibattimento raggiungendo un accordo con la Procura per una condanna a tre anni. Attualmente si trova agli arresti domiciliari, in attesa della decisione del giudice sulla richiesta di revoca presentata dai suoi legali.
Stando a quanto ricostruito dai Carabinieri, sotto la direzione della Procura di Lecco, l’uomo – operaio incensurato – era alla guida di un furgone aziendale quando ha travolto la giovane, che camminava lungo il controviale della SS36. Dopo l’impatto, si è allontanato senza prestare soccorso. Il corpo di Ambra è stato rinvenuto la mattina seguente da alcuni lavoratori di un’azienda della zona.
Le indagini sono partite dall’analisi delle immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza privata (dal momento che gli occhi elettronici comunali non erano attivi in quel tratto), che hanno ripreso Ambra poco prima dell’impatto e un furgone bianco sopraggiungere subito dopo. Un fotogramma decisivo ha permesso ai militari di risalire al veicolo, riportato in azienda il giorno successivo con evidenti danni, senza che il conducente avesse denunciato alcun incidente.
Ulteriori elementi utili alle indagini sono arrivati dall’analisi di alcuni frammenti del mezzo trovati sull’asfalto. Con il supporto di altre stazioni dell’Arma, i Carabinieri sono riusciti a identificare il modello del furgone e a restringere il campo dei sospetti. A rafforzare il collegamento tra il veicolo e l’investimento è stato anche il ritrovamento di un ciondolo appartenente alla vittima, incastrato nella parte danneggiata del mezzo.
La Procura ha inoltre disposto una perizia cinematica che ha permesso di chiarire la dinamica del tragico impatto, valutando la velocità del furgone e il comportamento della giovane nei momenti immediatamente precedenti all’incidente.