Erbusco (BS)

Il coraggio di Paola: "Dopo il tumore la vita mi ha dato una seconda possibilità"

In un libro racconta la sua esperienza, dalla diagnosi alla guarigione: senza nascondere nulla

Il coraggio di Paola: "Dopo il tumore la vita mi ha dato una seconda possibilità"
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Può una parola di sei lettere cambiare completamente la tua esistenza? A Paola Pagnoni, classe 1979, originaria di Adro ma residente nella frazione erbuschese di Zocco, è successo proprio così. Una "Parentesi di vita", come il titolo del libro che ha pubblicato con la casa editrice Il seme bianco, che si può riassumere sotto un’unica, angosciante voce: "Tumore".

Il coraggio di Paola: "Dopo il tumore la vita mi ha dato una seconda possibilità"

La diagnosi è arrivata, spietata e inaspettata, l’8 marzo 2022. Un cancro al seno. "Non riuscivo a interagire con nessuno, mi sentivo in sospeso", ha scritto Paola in quel diario stilato su consiglio della sua psicoterapeuta, che poi è diventato un libro. L’incredulità è stata quasi subito soppiantata dalla paura di morire: di lasciare suo figlio (all’epoca di appena 8 anni) senza una mamma, di lasciare solo il suo compagno, dell’immenso dolore cagionato ai suoi familiari. Poi, dopo un pianto liberatorio, la reazione. "Si fa quello che si deve fare!", ha scritto nero su bianco, pronta a combattere, ad affrontare le terapie, l’intervento, a fare tutto il necessario per riappropriarsi della sua vita.

Il libro racconta con estrema accuratezza e lucidità tutto il percorso che Paola ha dovuto affrontare: la diagnosi, gli accertamenti, le interminabili attese. E proprio il tempo rappresenta uno dei punti chiave. "Se avessi aspettato la sanità pubblica oggi sarei qui? - scrive - Se da una parte la sanità pubblica mi ha garantito le cure, dall’altra ho dovuto lottare e alla fine rivolgermi al privato per stringere i tempi il più possibile". Curarsi, in effetti, stata è una corsa contro il tempo, "una questione di fortuna", ma non si tratta solo di questo.

"Ti rendi conto che il tempo è la cosa più preziosa, diventa fondamentale scegliere con chi trascorrerlo - ha spiegato - Avere un tumore mi ha insegnato a relativizzare, a non prendermela, non arrabbiarmi, ad affrontare la vita con più serenità".

Effetti collaterali devastanti: tutto quello che non ci dicono

Nel volume sono descritte le chemio, senza nasconderne gli effetti devastanti che, purtroppo, non sempre sono adeguatamente spiegati. Per Paola è stato difficile sopportare la stanchezza, "quella che ti fa venire le lacrime agli occhi perché non riesci a far nulla", la caduta dei capelli (incluse ciglia e sopracciglia), la menopausa ("di questo se ne parla davvero poco. Dovrebbero spiegare bene cosa vuol dire, per una donna ancora in piena attività, entrare in menopausa dall’oggi al domani"). L’autrice non si mette sul piedistallo, non vuole insegnare nulla: sa che "ogni individuo ha la sua storia, il suo corpo, la sua testa, il suo percorso". Scrivere, per lei, è un gesto d’amore per gli altri. "Ho scelto di scrivere questo libro nella speranza che possa essere un aiuto non solo per le persone che si stanno curando ma anche per chi sta loro accanto - ha rivelato - Spesso è difficile capire cosa prova una persona malata di tumore. Io ho voluto condividere anche il lato nascosto, quello che non ti dicono. E’ una malattia che ti devasta fisicamente ma molto più psicologicamente, ti cambia le priorità, ti fa rivalutare il valore della famiglia, degli affetti e delle amicizie. Impari a distinguere chi ti sta a fianco e ti sostiene, chi vorrebbe farlo ma ha più paura di te, e chi invece non merita la tua considerazione". Non manca una riflessione sulle possibili cause scatenanti: esclusa la componente genetica, restano "il fattore sfiga", ma anche l’alimentazione, lo stress, lo stile di vita, senza dimenticare l’inquinamento ambientale.

Il suo diario è diventato un libro

Se il diario è stato scritto di getto e ha rappresentato un’esperienza terapeutica, decidere di condividere una storia così intima pubblicando un libro non è stato automatico. "Anche in questo caso è stata la mia psicoterapeuta a suggerirmelo - ha spiegato - Ci ho pensato per un po’, dentro ci sono molte cose personali. Anche in questo il mio compagno mi ha spronato e supportato, parte del mio coraggio viene da lui. Se ho deciso di fare questo passo è perché spero davvero che possa essere d’aiuto ad altri". La stesura ha comportato sostanzialmente la rielaborazione del materiale grezzo che Paola aveva appuntato nel suo diario.

"E’ stato scritto mentre quelle cose le stavo vivendo, per questo è un libro vero, forse un po’ duro - ha aggiunto - Una mia amica e mia sorella sono state le mie prime lettrici. L’ho mandato a diverse case editrici e in quattro mi hanno contattato per la pubblicazione. Ho scelto quella che mi è sembrata più coerente con il messaggio che volevo trasmettere".

 

Un messaggio di solidarietà, come l’autrice precisa in un passaggio del suo scritto: "Vorrei far capire che non si è soli, né chi è stato colpito in prima persona, né coloro che accompagnano un malato nel percorso di guarigione. Perché per guarire ho capito che serve in primis la cura, ma non basta! Ci vuole il sostegno di persone vicine, l’amore dei propri cari ma, soprattutto, il coraggio!". Alcuni capitoli del volume sono particolarmente toccanti. "Come dire a un bambino di otto anni, quasi nove, cosa stava succedendo", ad esempio: Paola non voleva mentire a suo figlio, ma nemmeno spaventarlo o traumatizzarlo, e nessun manuale poteva insegnarle come trovare le parole giuste.
E, poi, "Perdere una compagna guerriera". Perché, purtroppo, contro il cancro, non sempre si vince. E se Paola ce l’ha fatta, purtroppo non è stato così per un’altra giovane mamma. "Lei era sempre carica, non mollava mai, aggrappata alla speranza anche quando scoprì di non riuscire a tollerare le cure. Era sempre positiva", scrive nel libro. Ma questo non è bastato. Nel loro ultimo incontro lei le aveva detto : "Io sto aspettando di morire". Era successo venti giorni dopo: "Ti ritroverò in ogni arcobaleno", scrive Paola pensando a lei.

Una "Parentesi di vita"

Il titolo, "Parentesi di vita", è un modo per riconoscere il segno profondo che l’esperienza del tumore ha lasciato, ma anche per provare in qualche modo a lasciarselo alle spalle. "Voglio vedere questa parte della mia esistenza come una parentesi, iniziata e finita", ha spiegato.

Un bel sorriso spontaneo, un viso solare incorniciato da una folta chioma di capelli biondi, un’energia che ti travolge: la nuova Paola somiglia a quella vecchia, eppure non è più la stessa persona. Ciò che ha vissuto ha lasciato una cicatrice indelebile, ha cambiato nel profondo il suo approccio alla vita, alle persone. "Sono sempre stata una che non molla mai. Ma adesso capisco l’importanza di vivere l’oggi, di stare con le persone che ami", ha precisato. Per quanto riguarda la scrittura, non avrebbe mai immaginato di cimentarsi nella realizzazione di un libro. "Io leggo tantissimo, soprattutto in vacanza perché ho più tempo. Ma vado sempre in giro con un libro nella borsa. Però fino ad ora non avevo mai scritto nulla", ha raccontato. Pronto da una decina di giorni, il volume può essere ordinato in tutte le librerie e anche su Amazon. Il 13 marzo alle 20.30 si svolgerà la prima presentazione nella biblioteca di Adro, inserita nello "Spazio d’autore" dedicato agli scrittori emergenti.

(di Stefania Vezzoli, riproduzione riservata)