Cologne (BS)

Giulia ha salvato la nonna dalle fiamme: «Avevo paura, ma l’ho mandata giù»

Il rogo è divampato lo scorso venerdì nell’appartamento di un condominio a Cologne: «L’ho portata fuori, poi ho fatto uscire tutti»

Giulia ha salvato la nonna dalle fiamme: «Avevo paura, ma l’ho mandata giù»

Giulia è una studentessa di Scienze applicate del Marzoli di Palazzolo sull’Oglio, che vuole continuare gli studi nell’ambito della sanità: medicina, forse, o fisioterapia, racconta sulle pagine di ChiariWeek. Una ragazza dal carattere riservato, a cui non piace parlare di sé, fresca dei 18 anni che ha compiuto il 28 ottobre. E’ la quotidianità di ogni giorno. Giulia è anche un’eroina, che nel giro di un istante ha messo da parte qualsiasi forma di esitazione e timidezza per salvare la nonna dalle fiamme che il 31 ottobre stavano bruciando il suo appartamento, la mansarda di un condominio in via Martinelli.

L’incendio a Cologne

Residente a Chiari, dove vive con la mamma e la sorella più piccola, spesso dopo scuola si ferma a pranzo da nonna Teresa e trascorre il pomeriggio a casa del padre, che vive nell’appartamento di fronte. Era lì, quando è scoppiato il caos. «Ho sentito che gridava e sono corsa subito di là: la cucina stava bruciando», racconta. Tutta colpa di un pentolino lasciato sul fuoco, come poi emerso dagli accertamenti, da cui è scaturito l’incendio che ha divorato la mansarda.

E in quel momento qualcosa ha avuto la meglio. Non la paura, fisiologica, che blocca, ma l’autocontrollo, la capacità (non scontata) di reagire con calma in una situazione difficile.

Giulia salva la nonna dalle fiamme

Il primo pensiero è stato per la nonna, comprensibilmente spaventata.

«Era agitatissima, si era come bloccata: allora l’ho afferrata, l’ho portata fuori dall’appartamento e l’ho affidata a una vicina che era salita preoccupata dalle urla. E’ stata lei, poi, ad accompagnarla giù dalle scale».

Il secondo è stato per la sorella e le due amiche di lei che si trovavano in casa del padre, a cui ha detto di «correre giù», mentre con il telefono in mano componeva il numero del 112. Ha seguito alla lettera le indicazioni degli operatori, suonando a tutti i campanelli del condominio aiutata dai residenti che man mano si affacciavano dalle porte, fino a evacuare la palazzina. In pochi minuti tutti erano fuori, mentre i Vigili del fuoco volontari di Chiari e Palazzolo, giunti prontamente sul posto, si sono messi subito all’opera per domare il rogo.

«Avevo paura, ma l’ho mandata giù»

L’appartamento è stato dichiarato inagibile, un niente rispetto a quanto sarebbe potuto succedere. Accompagnate in Pronto soccorso in via precauzionale per il fumo inalato, sia Giulia che nonna Teresa ora stanno bene.

«Ho avuto paura, sicuramente, più che altro per mia nonna e per mia sorella, ma l’ho mandata giù subito – continua, dando voce ai pensieri che in quel momento le hanno attraversato la mente – Ero l’unica a non aver perso la calma, quindi ho cercato di mantenerla, di pensare razionalmente e di seguire alla lettera le indicazioni del 112».

Nessuna formazione, se non qualche lezione di primo soccorso seguita tramite la scuola. A guidarla è stato soprattutto l’istinto, una capacità di reagire che nemmeno sapeva di avere: per realizzarlo, ci è voluto qualche giorno.

«Mia nonna (ora ospite del figlio, nell’appartamento di fronte ndr) il giorno successivo mi ha detto che se non ci fossi stata io non avrebbe saputo cosa fare: anche molti miei amici mi hanno confessato che probabilmente si sarebbero fatti prendere dalla paura – conclude – Se mi sento diversa? Di certo questo fatto mi ha resa più sicura delle mie capacità: sono una persona molto ansiosa, ma mi ha fatto capire che se serve posso essere lucida. Se ti trovi in una situazione così, quando le persone a cui vuoi bene sono in pericolo o sotto shock, bisogna avere sangue freddo».

Oggi Giulia non è «solo» una studentessa, un’eroina nascosta sotto le apparenze di una ragazza timida. Giulia è un faro di speranza, figlia di una generazione cresciuta in un mare di contenuti passivi che non sa solo subire, ma reagisce. E’ (questo è l’augurio e l’auspicio) il futuro del volontariato attivo, tra le cui fila la aspettiamo.