Garlasco (PV)

Garlasco, Nordio: “Difficile ricostruire una verità dopo 20 anni, bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi”

Il ministro della Giustizia riflette sui limiti del sistema e invita ad accettare che, col passare del tempo, la verità giudiziaria possa sfumare

Garlasco, Nordio: “Difficile ricostruire una verità dopo 20 anni, bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenuto al Salone della Giustizia di Roma, ha definito “paradossale” la vicenda giudiziaria del caso Garlasco, sottolineando la difficoltà di ricostruire la verità dopo quasi 20 anni dal delitto.

Nordio: “Garlasco? Un paradosso”

“Fa parte della natura umana occuparsi in modo anche morboso di certi delitti, ha osservato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo al Salone della Giustizia di Roma.

Rispondendo a una domanda sul caso Garlasco e sull’omicidio di Chiara Poggi, Nordio ha sottolineato come la vicenda rappresenti “un paradosso per i cittadini”, che assistono a inchieste parallele e di segno opposto.

“Una si è conclusa anni fa – ha ricordato – con una condanna e anni di prigione per un imputato. Ora però ne è subentrata un’altra, che procede in direzione contraria. Allora o era sbagliata la prima, o è sbagliata questa, oppure lo sono entrambe”.

 

“Serve il coraggio di arrendersi”

Nordio ha poi ampliato la riflessione sul tema della durata delle indagini e dei processi, ricordando come in Italia alcune vicende giudiziarie si trascinino per decenni.

“Non è colpa di nessuno – ha detto – ma la verità, in certi casi, non si trova mai.  Poi però, a un certo punto, bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi e riconoscere che il tempo non è solo padre di verità, ma anche di oblìo. Dopo venti o trent’anni, ricostruire una verità giudiziaria è difficilissimo: lasciamolo fare agli storici”.

“Giusto indagare”

Il ministro ha spiegato che, da un punto di vista tecnico, “riaprire indagini basate su prove come Dna o tracce ematiche a distanza di decenni è un compito complesso e spesso incerto”. Tuttavia, ha aggiunto, “l’azione penale in Italia è obbligatoria, e i pm che seguono questa seconda inchiesta sono persone serissime. Se emergono dubbi sulla colpevolezza del primo imputato, è giusto indagare”.

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