Garlasco, le controanalisi: il DNA nella bocca di Chiara Poggi è da "contaminazione"
Garofano: "Nessun altro assassino, ma una garza contaminata prima del prelievo"

Una nuova perizia genetica sull’omicidio di Chiara Poggi conferma che il DNA trovato nella sua bocca è frutto di contaminazione. La traccia sarebbe compatibile con l’assistente del medico legale che eseguì l’autopsia nel 2007, escludendo quindi la presenza di materiale genetico dell’aggressore.
Il DNA nella bocca di Chiara è da "contaminazione"
Il DNA nella bocca di Chiara Poggi sarebbe da attribuire a contaminazione. È questo l’esito della seconda replica delle analisi genetiche effettuate dalla biologa forense Denise Albani, incaricata dalla giudice Daniela Garlaschelli nell’ambito dell’incidente probatorio sull’omicidio di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007.
Il "quinto tassello"
Il risultato riguarda in particolare il cosiddetto "quinto tassello", una traccia genetica finora rimasta senza un’identificazione certa. Secondo quanto emerso dalle nuove indagini, gli esami hanno rivelato che, tra i cinque campioni, uno appartiene all'assistente del medico legale che nel 2007 eseguì l'autopsia sulla vittima, mentre un altro proviene da un uomo sconosciuto, indicato come ignoto 3. Gli altri tre campioni risultano illeggibili.
"Garza contaminata"
La genetista Albani ha chiesto chiarimenti direttamente al medico legale Ballardini per ricostruire con maggiore precisione le modalità con cui fu eseguito il prelievo nella cavità orale della vittima. Un dettaglio cruciale emerso durante l’analisi è che non venne usato un tampone sterile, ma una garza prelevata dalla sala autoptica. Uno strumento quindi potenzialmente già manipolato, utilizzato all’unico scopo di raccogliere materiale genetico della vittima e non per escludere la presenza di DNA estraneo.
Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma e consulente di Andrea Sempio, indagato per l’omicidio, precisa:
“Non c’è un altro assassino, ma solo una garza contaminata prima del prelievo”.
Garofano ha spiegato che quella garza non era un tampone orale, ma un supporto usato per raccogliere il materiale genetico di Chiara e confrontarlo con le tracce ematiche trovate sulla scena del crimine. Sulla garza sono stati effettuati cinque prelievi: uno è completamente compatibile con l’assistente del medico legale, Ernesto Gabriele Ferrari; un altro mostra la presenza di Ferrari insieme ad altre contaminazioni, certamente non riconducibili ad Andrea Sempio.
Nessun secondo uomo coinvolto
La spiegazione più plausibile, secondo Garofano, è che la contaminazione sia avvenuta prima del prelievo, probabilmente nella sala autoptica, dove la garza potrebbe essere stata contaminata in modo inconsapevole. Dal momento che lo scopo del prelievo non richiedeva particolare attenzione a evitare contaminazioni, è possibile che siano state introdotte tracce di DNA maschile in quantità minime. Perciò, conclude Garofano, non esiste alcun secondo uomo coinvolto nell’omicidio.
Nessun "ignoto"
L’ipotesi della contaminazione era stata già avanzata in passato dai consulenti della famiglia Poggi. Ora trova conferma anche nelle controanalisi: nessun elemento genetico utile per collegare la scena del crimine a un possibile aggressore è stato rilevato nella bocca della vittima.
Un dettaglio che, a distanza di 18 anni dall’omicidio, aggiunge un ulteriore tassello tecnico a una vicenda giudiziaria tra le più controverse della cronaca italiana.