Milano (MI)

Facevano esplodere i bancomat delle Poste per rubare i contanti: quattro arresti

I colpi erano stati effettuati ad agosto: la Squadra Mobile è riuscita a risalire all'identità dei responsabili che, però, non erano riusciti a portare via i contanti

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Erano specializzati nel colpire gli sportelli Postamat Atm di Poste Italiane: la tecnica era sempre la solita, un "assalto" esplosivo per far saltare la cassa e rubare i contanti. La Polizia di Stato ha messo la parola fine sulla carriera della banda dei Bancomat.

Quattro arresti della Polizia

Nella mattinata di ieri, mercoledì 14 maggio 2025,  la Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano — VII Dipartimento, ha eseguito un'ordinanza, con cui il gip del Tribunale ha disposto 4 misure cautelari (3 custodie cautelari in carcere nei confronti di tre cittadini italiani di 46, 40 e 31 anni e un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria nei confronti di un cittadino italiano 32enne) ai quali vengono contestati, a vario titolo, i reati di tentato furto pluriaggravato in concorso, porto in luogo pubblico di esplosivi e furto di un’autovettura.

La banda dei Bancomat

I provvedimenti restrittivi sono conseguenti agli approfondimenti investigativi condotti dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Milano a seguito di tre assalti, con l’utilizzo di esplosivo, agli sportelli automatici Postamat Atm di Poste Italiane siti a Milano in via Carlo Max 22, via Caldera  126 e in via Freikofel 16 avvenuti, a pochi minuti l’uno dall’altro, la notte dell’8 agosto 2024. La visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, l’analisi dei tabulati telefonici e l’attività tecnica di intercettazione, ha permesso agli agenti di raccogliere gravi indizi a carico dei quattro uomini destinatari delle misure cautelari.

Utilizzavano l'esplosivo per far saltare la cassa

In tutti gli episodi contestati, gli indagati hanno adotto la medesima tecnica: hanno effettuato un’operazione di prelievo di piccola entità con una carta bancomat, determinando così l’apertura del bocchettone erogatore delle banconote, al cui interno è stato poi introdotto un manufatto esplosivo (definito in gergo "marmotta"), con la finalità di far deflagrare il dispositivo e asportare il denaro. In tutte e tre gli episodi, tuttavia, non sono riusciti ad asportare i contanti per la mancata esplosione del congegno o perché non erano riusciti a danneggiare a sufficienza la cassa.