Veneto

Dichiarata morta la 49enne Diana Canevarolo di Vo’: un enigma ancora senza risposta

La donna trovata agonizzante nel cortile di casa non ce l’ha fatta. La procura indaga senza escludere né un’aggressione né un incidente.

Dichiarata morta la 49enne Diana Canevarolo di Vo’: un enigma ancora senza risposta

La morte cerebrale di Diana Canevarolo, 49enne originaria di Vo’, è stata dichiarata ieri sera all’ospedale San Bortolo, ponendo fine alle ultime speranze dopo il suo ritrovamento in fin di vita nel cortile di casa, in via Zara. La donna era stata scoperta all’alba di giovedì, riversa a terra e gravemente ferita, in una pozza di sangue. Le sue condizioni erano apparse subito irreversibili.

Il collegio medico incaricato della valutazione, formato da tre specialisti, ha certificato la totale assenza delle funzioni cerebrali al termine delle sei ore di osservazione previste dai protocolli. La salma è ora sotto disposizione della procura, che nelle prossime ore conferirà l’incarico per l’autopsia.

L’inchiesta

L’inchiesta, guidata dal pubblico ministero Camilla Menegoni e affidata alla Squadra mobile, è ancora nella fase iniziale e non esclude alcuna ipotesi. Rimane da chiarire se la donna sia stata vittima di un’aggressione, o se invece la caduta che le è stata fatale possa avere un’origine accidentale. Giovedì il procuratore capo Lino Giorgio Bruno aveva spiegato che la gamma delle possibilità resta ampia e che sarà fondamentale ricostruire lo stato fisico e mentale della donna nelle ore precedenti.

Uno dei punti centrali riguarda la ferita alla parte posteriore della testa. I primi rilievi medici sembrano suggerire un impatto contro un oggetto rigido, più che una semplice caduta dovuta a un malore. La posizione del corpo, trovato a qualche metro dalla finestra del primo piano, solleva ulteriori interrogativi: nell’area del ritrovamento non ci sono sporgenze o elementi che possano aver causato un urto accidentale, e sulle mani della donna non risultano segni tipici di una caduta cercando di proteggersi.

Nell’appartamento in cui la donna viveva con il compagno, Vincenzo Arena, 62 anni, e il figlio diciannovenne, tutto è rimasto com’era: le stanze sono state poste sotto sequestro in attesa di ulteriori accertamenti. L’allarme al 118 era scattato poco prima delle 5.30 di giovedì, quando un vicino ha notato il corpo nel cortile.

Un quartiere nell’occhio del ciclone

Via Zara, di solito una zona tranquilla, è stata improvvisamente invasa da pattuglie, scientifica e tecnici impegnati a esaminare ogni dettaglio, comprese le immagini delle telecamere presenti nella zona. I residenti sono sconvolti e increduli: la famiglia è conosciuta come riservata e mai coinvolta in tensioni di quartiere. Qualcuno riferisce di aver visto nei giorni precedenti persone sconosciute aggirarsi nei pressi del condominio, ma al momento non ci sono riscontri.

Chi la conosceva descrive Diana come una donna gentile, spesso affacciata sul balcone a curare le sue piante. Ora il quartiere aspetta di capire cosa sia realmente accaduto in quella notte che ha spezzato la sua vita e sconvolto l’intera comunità.